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La battaglia del vino in Europa. Dipietrangelo: “No a eventuali sciagurate scelte”

Il mondo del vino pugliese è in fermento. In Europa la settimana prossima si preannuncia una battaglia sul vino che fa parte, da millenni, della nostra cultura. Il report della Commissione Beca (Beating Cancer) propone di apporre sulle bevande alcoliche, e quindi anche sul vino, il bollino nero, senza distinguere tra il consumo e l’abuso.
Ne parliamo con Carmine Dipietrangelo, mesagnese trapiantato a Brindisi che, lasciata la vita politica attiva, da qualche anno ha dato vita con l’Azienda Vitivinicola Tenute lu Spada alla valorizzazione di vitigni autoctoni. L’azienda è una giovane realtà produttiva di Brindisi che punta sul futuro di questo territorio, coltiva le nostre uve in biologico dando vita a vini di alta qualità impiegando tecniche che coniugano tradizione e innovazione.
“Il mondo del vino – sostiene Dipietrangelo -, i territori interessati alla vitivinicoltura, il turismo,  devono essere preoccupati qualora l’Europa andasse nella direzione di quanto proposto dalla commissione Beca che il prossimo 15 febbraio andrà al voto del parlamento europeo. La lotta al cancro va certamente e comunque fatta con la buona e sana alimentazione evitando però approssimazioni e pericolose generalizzazioni”.

D Se così dovesse essere, il nostro settore produttivo subirebbe una deligittimazione con gravissimi danni per il nostro settore produttivo. Significherebbe mettere in discussione la nostra identità.

R – Il vino è un settore fiore all’occhiello del Made in Italy, della Puglia e del Salento la cui dinamicità sta producendo ricadute positive nelle economie dei nostri territori che storicamente e da millenni producono vini e non hanno mai attentato alla salute pubblica. L’art. 1  del Testo unico del vino che qualche anno fa ha semplificato e riunito le norme del settore afferma testualmente: “La Repubblica salvaguarda, per la loro specificità e il loro valore in termine di sostenibilità sociale, economica, ambientale e culturale, il vino prodotto della vite, e i territori viticoli, quale parte del patrimonio ambientale, culturale, gastronomico e paesaggistico italiano, nonché frutto di un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni”.

D- Il bere in maniera moderata è un valore aggiunto alla salute. Molti gli studi scientifici lo affermano con certezza.

R – Ciò che sorprende infatti nel report della commissione è che non venga fatta alcuna distinzione tra l’abuso ed il consumo moderato di alcol, due approcci culturalmente ben differenti, e non si consideri – come affermato da decine di studi scientifici – che un calice di vino a pasto (tanto più se vino rosso) riduce il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari grazie ai polifenoli e al resveratroloLa presa di posizione della Commissione straordinaria rischia di mettere in discussione questa visione, comune tra l’altro alla Francia, alla Spagna e rischia di compromettere, in quanto capace di trasmettere un messaggio non corretto rispetto al tema del consumo di alcol, non facendo distinzione – ad esempio – tra il vino e superalcolici, tra abuso e bere moderato e consapevole. La Commissione Ue ha pubblicato, inoltre, il documento per l’accesso ai fondi di promozione dei prodotti agricoli per un budget di oltre 176 milioni di euro, inserendo tra i criteri di accesso alle risorse l’allineamento al piano comunitario di lotta al cancro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel piano d’azione di lotta contro l’alcol, prevede misure analoghe, con l’obiettivo di ridurredel 20% il consumo di alcol entro il 2030. A tutto questo si aggiunge il Piano di lavoro 2022 sulla promozione in agricoltura, approvato dalla Commissione Ue, e che attribuisce punteggi ai progetti in base alle indicazioni del piano anticancro. Alla luce di queste novità, se nel frattempo non saranno apportate modifiche, i produttori di vino (ma anche di salumi, carni rosse, etc.) si vedranno decurtare il punteggio di ammissione alle graduatorie dei bandi di promozione in ambito comunitario. Il timore è che questo insieme di norme possa provocare un effetto negativo per la promozione dei territori e del turismo enogastronomico oltre che un pregiudizio per il settore. Di più Europa c’è bisogno ma non di queste posizioni e di queste eventuali sciagurate scelte. Speriamo solo che gli emendamenti migliorativi alla proposta della commissione presentati dagli eurodeputati europei vengano approvati.

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