Tutti i sindaci della provincia ritengono che non si può fare una unica ordinanza per città diverse tra loro: i paesi dell’entroterra hanno problematiche e bisogni diversi delle città che hanno le coste.
Ogni estate il solito disco: come far convivere le esigenze dei commercianti e dei residenti dei centri storici. Di fatto, però – come sostiene il comandante della polizia locale dr. Teodoro Nigro – si dovrebbe partire da un concetto che spesso sfugge: non si può sacrificare un bene primario quale è l’interesse pubblico, con l’interesse dei privati.
Il sindaco Matarrelli non ha sentito la necessità di fare un’ordinanza ad hoc: “Ci sono le norme nazionali che stabiliscono come comportarsi. Sono e chiare. Fare un’ordinanza uniforme non ha senso, perché una zona di mare ha esigenze diverse da una realtà dell’entroterra, i borghi hanno esigenze differenti da una città. Noi abbiamo fatto un progetto con la polizia municipale di controllo del territorio fino a tardi”.
Certo vedere nella movida, tra le viuzze del centro storico le divise della polizia locale rassicura sia i residenti che i turisti. Ma non è sufficiente. Per affrontare questa problematica – che di anno in anno diventa sempre più complessa – occorrerebbe una presenza delle forze dell’ordine più massiccia e costante. Ma, innanzitutto, occorrerebbe una maggiore collaborazione dei ristoratori e dei commercianti che, però, spesso fanno finta di non sentire. La polizia locale ha intensificato i controlli a 360° per evitare abusi e furbate dei commercianti.
L’abitato di Mesagne ha una conformazione urbanistica che raccoglie la movida con migliaia di persone nel cuore della città. Nei weekend abbiamo il problema dei parcheggi che si sta cercando di alleviare con le navette.
il fenomeno della movida può essere controllato solo se ci sarà la collaborazione consapevole da parte di tutti, residenti e
commercianti