Erica Montanaro, in arte lagazzaladra, è nata a Mesagne nel 1994 e frequenta l’Accademia di Belle Arti a Lecce. È appassionata di arte e scrittura sin da piccola: da bambina scriveva filastrocche e racconti, in seguito il contatto con fumetti e animazione giapponesi l’ha spinta a realizzare anche disegni e vignette. È soprattutto a questi ultimi, dopo aver conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne, che ha scelto di dedicarsi. La prima storia di cui mi sono innamorata in vita mia è quella che ha motivato la scelta del mio nome d’arte, lagazzaladra. Si tratta di una vicenda che mi raccontava mio nonno Aldo: quando era giovane, sua compagna d’avventure era una gazza ladra che lo seguiva ovunque, volandogli dietro anche dopo i suoi tentativi di reinserirla in natura. Una volta si mise addirittura sul portapacchi della bicicletta senza che lui se ne accorgesse, scoperta solo al ritorno di lui in città. Utilizzo soprattutto inchiostro nero o bianco, talvolta accostandolo alla tecnica del collage. In particolare, ricorro a questi materiali per un progetto originariamente nato per un esame in Accademia, a cui tengo molto e che perciò amplierò anche in futuro. Si intitola Vulneralegio e si tratta, in sostanza, di una raccolta di illustrazioni a tecnica mista raffiguranti frammenti di messaggi anonimi che ho iniziato a raccogliere durante la pandemia.
Progetti per il futuro?
Oltre ad ampliare Vulneralegio (chi volesse prendervi parte, trova qui la piattaforma su cui inviare i messaggi anonimi: https://tellonym.me/lagazzaladra), voglio tradurre in fumetto una storia che ho scritto mentre frequentavo Cinescript, una scuola di cinema e scrittura creativa a Mesagne, e cercare di pubblicarla per chi vorrà seguirmi.