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Diario di un viaggio. I nostri studenti a Cracovia

Alla periferia di Cracovia, si trova la fabbrica di Schindler. Un tempo situata a qualche chilometro dalla città, oggi è inglobata in essa ed è un museo dedicato alla storia degli Ebrei di Cracovia tra il 1939 e il 1945. Nel museo, attraverso installazioni, mobili d’epoca, documenti, è raccontata la storia della fine di una comunità laboriosa e perfettamente integrata da secoli nel tessuto sociale ed economico della città.Cracovia capitolò il 6 settembre del 1939, dopo solo pochi giorni dall’invasione tedesca, immediatamente i nazisti resero evidente il progetto di ghettizzare e ridurre in schiavitù gli ebrei che vi vivevano, non solo nel quartiere ebraico, ma anche nel resto della città, in cui svolgevano attività prevalentemente economiche.

Oscar Schindler, un industriale tedesco nato in Cecoslovacchia, aveva rilevato la fabbrica dopo un fallimento e l’aveva riportata ai livelli di una produzione importante di pentole grazie alla sua intraprendenza e alle sue relazioni più o meno interessate che in seguito gli consentirono di produrre anche munizioni e gavette e di entrare quindi nell’economia di guerra.

Quest’uomo, buontempone e amante della vita in generale, che tutto avrebbe pensato di fare nella vita eccetto che l’eroe, si trovò, suo malgrado, a salvare più di mille ebrei dalla camera a gas.
Questa storia è rimasta conosciuta a pochi fino a quando lo scrittore australiano Thomas Keneally, non ne fece un romanzo nel 1982 da cui poi Spielberg trasse un film nel 1993, interamente girato a Cracovia e dintorni, meritatamente pluripremiato.
Solo dopo il successo del film, fu deciso il destino della fabbrica di Schindler che divenne, appunto, museo. Giustina, la nostra guida, ci incanta con un racconto che ha finalmente un lieto fine!I ragazzi sono rapiti, non tutti hanno visto il film, ma si congedano da lei con la promessa di farlo, facendo molto attenzione ad individuare i luoghi di questa meravigliosa città che in questi giorni hanno imparato a conoscere. La visita è continuata lungo il perimetro del ghetto ebraico fatto costruire nel 1941 (quando la maggior parte degli ebrei furono costretti a lasciare il quartiere ebraico e a vivere in spazi ridottissimi in condizioni di grave cattività) e rimasto attivo fino al marzo del 1943, quando furono costretti a trasferirsi in un campo di lavori forzati, a Plaszow, appena fuori Cracovia.

Abbiamo poi assistito ad una rappresentazione teatrale nella piazza delle sedie, un altro luogo simbolo di questa martoriata città, dove sono collocate 70 sedie in bronzo e legno, realizzate da due artisti polacchi che per l’opera si sono ispirati a una fotografia d’epoca in cui una bambina sta trasportando la sedia durante lo spostamento di massa degli ebrei dal quartiere ebraico al Ghetto.

Mille altre cose si potrebbero raccontare di questa giornata nevosa, trascorsa alla scoperta di una città che ha sofferto troppo, il cui dolore è tutto racchiuso negli occhi e nelle parole della nostra guida, Giustina, che parla perfettamente l’Italiano e sogna di venire in Puglia.

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