15 49.0138 8.38624 1 0 4000 1 https://www.mesagne.tv 300 true

Eccellenza mesagnese: la ricercatrice Manuela Morleo.

La rivista scientifica Embo (European Molecular Biology Organization), ha pubblicato un lavoro della ricercatrice mesagnese Manuela Morleo (nella foto)

che da 19 anni lavora presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli. Dopo il liceo scientifico di Mesagne, Manuela si laureò a Bologna e subito dopo vinse un concorso indetto dall’università di Napoli. “Il nostro lavoro è il risultato di 4 anni di ricerca al fianco della Telethon Institute of Genetics and Medicine (Tigem) – ci dice dall’altro capo del telefono – Abbiamo pubblicato il meccanismo molecolare che spiega l’autofagia, una malattia rara, è una via di degradazione dipendente dal lisosoma essenziale per mantenere l’omeostasi cellulare. L’autofagia difettosa o eccessiva può essere dannosa per cellule e tessuti. L’ultimo decennio è stato caratterizzato da significativi progressi nella dissezione molecolare degli input stimolatori dell’autofagia. Tuttavia – spiega Manuela -, la nostra comprensione dei meccanismi che frenano l’autofagia è lungi dall’essere completa. Descriviamo un meccanismo di feedback negativo che limita la biogenesi dell’autofagosoma sulla base della degradazione
selettiva mediata dall’autofagia di ATG13, un componente del complesso di iniziazione dell’autofagia ULK1. Dimostriamo che la proteina centrosomiale OFD1 agisce come recettore autentico dell’autofagia per ATG13 tramite l’interazione diretta con la famiglia di proteine ​​Atg8 / LC3 / GABARAP. Mostriamo anche che i pazienti con sindrome Oral-Facial-Digital di tipo I, causata da mutazioni nel gene OFD1, mostrano un’autofagia eccessiva e che l’inibizione genetica dell’autofagia in un modello murino della malattia, migliora significativamente il rene policistico, una manifestazione clinica del disturbo. Collettivamente, i nostri dati riportano la scoperta di un meccanismo autoregolato dell’autofagia e implicano l’autofagia disregolata nella patogenesi della malattia cistica renale nei mammiferi”. L’istituto dove lavora Manuela, che ha sede a Pozzuoli, è uno dei più importanti d’Europa e del mondo.

Precedente
Successivo