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Messe fu considerato il miglior generale italiano della seconda guerra mondiale

“L’ultimo Maresciallo d’Italia Giovanni Messe fu il migliore dei generali italiani sui campi di battaglia della Seconda guerra mondiale, meritando l’apprezzamento anche del suo antagonista in Tunisia, il generale inglese Montgomery“. Il prof. Enzo Poci, della Società di Storia Patria per la Puglia, ieri ha presentato l’ultimo lavoro della scrittrice mesagnese Maria Errico “L’ultimo Maresciallo d’Italia Giovanni Messe” (Edit@Casa Editrice & Libraria) che si è tenuto nel castello Aragonese di Taranto.

“Vi è stato qualcuno  – ha spiegato Poci – che con spirito fazioso lo ha denigrato, utilizzando documenti senza vagliare la loro attendibilità e la loro dubbia provenienza, e che si è elevato a depositario di verità inconfutabili per demonizzare il Maresciallo quale stratega occulto di manovre contro la democrazia con l’accusa di essere un fascista. Messe, invece, fu un soldato apertamente filomonarchico ed anticomunista, il quale conosceva bene, come altri suoi colleghi (i più lo avrebbero saputo molti anni più tardi) gli orrori che erano perpetrati nei campi di prigionia sovietici e questo accentuava nel suo animo il timore che l’Italia potesse finire sotto il giogo della Russia staliniana”.

Poci ha ripercorso la storia ricordando quando il 27 marzo 1956 il giornalista Luigi Pintor Andrea Pirandello, vicedirettore dell’Unità, furono riconosciuti colpevoli del reato di diffamazione contro l’onore di Messe e condannati alla pena di un anno di reclusione.

Il relatore ha parlato anche del Messe uomo politico “una persona specchiata – ha detto – che decise di scendere in politica per difendere l’Italia dal pericolo rosso ed evitare di trovarsi nel blocco orientale rinunciando agli aiuti statunitensi ed alla ritrovata amicizia con la prima democrazia mondiale. La sua attività parlamentare – ha proseguito – vanta dieci progetti di legge presentati e quarantanove interventi. Nel corso della sua attività di parlamentare Messe continuò a battersi per una maggiore integrazione europea, soprattutto dal punto di vista militare, come una forza di deterrenza contro il blocco sovietico. Nel 1955, in particolare, durante la discussione sul CED (Comunità di Difesa Europea), embrione di un auspicato esercito europeo, Messe si schierò nettamente in favore dell’adesione italiana a questo progetto finalizzato ad arrestare il pericolo comunista. Il movimento comunista, per Messe, altro non era che una cospirazione mondiale ordita dalla Russia per la conquista del dominio universale a mezzo di organizzazioni rivoluzionarie decise a conquistare il potere, senza lasciarsi trattenere da nessuno scrupolo”.

E venendo ad oggi, “in quale stato di benessere il nostro Paese potrebbe vivere oggi se fosse amministrato e difeso veracemente da politici e da militari come il Maresciallo mesagnese, e non dai politici attuali”.

L’ultimo Maresciallo d’Italia morì a Roma il 18 dicembre 1968, all’età di 85 anni, e riposa nel Cimitero Monumentale del Verano. Nel 2006 il Centro Direzionale del Personale Militare della Cecchignola di Roma fu intitolato con il suo nome. Lì è stato collocato il busto bronzeo dell’artista mesagnese Cesare Marino che si sarebbe dovuto mettere a Mesagne, sua città natale, per ricordare la sua figura di militare competente e leale e di politico lineare ed onesto, rivolto ai giovani delle future generazioni.

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