No a fondi pubblici per sondaggi ad personam. Si al confronto democratico per il futuro della città
Avevamo letto nei giorni scorsi che a Mesagne abbiamo “Il Sindaco più amato d’Italia”. Fin qui nulla questio, perché da come era stata diffusa la notizia poteva sembrare che un istituto specializzato avesse condotto un’indagine seria, su scala nazionale, riconoscendo al nostro Sindaco il predetto “titolo”.
Ma così non era.
Per come appurato successivamente, infatti, l’esito di questa indagine è il frutto di un sondaggio commissionato dall’amministrazione comunale di Mesagne a Yoodata srl, avente ad oggetto l’“Analisi dei bisogni e delle soddisfazioni dei cittadini mesagnesi”, sondaggio quindi teso a indirizzare l’azione amministrativa verso i veri fabbisogni di una comunità. Sulla utilità del sondaggio quale mezzo di indagine non vi sono dubbi. È notorio, infatti, che molti altri sindaci, anche del Partito Democratico, hanno utilizzato il medesimo strumento per le specifiche finalità ad esso collegate. Ciò che invece sorprende è la strumentalizzazione fatta del sondaggio, che finisce col rende nebulosa anche la procedura adottata.
Al netto del dato oggettivo (e certamente criticabile) che detta indagine conoscitiva sia costata €.8.540 di soldi pubblici, non possiamo tacere sulla circostanza che il percorso intrapreso per l’affidamento dell’incarico presenti qualche anomalia. Emergerebbe, infatti, dalla lettura della determina che l’input per affidare l’incarico sia partito da un funzionario, il quale ha preso l’iniziativa di affidare l’incarico alla Yoodata s.r.l., ne ha condotto le trattative per il prezzo e, con l’avallo dell’ufficio ragioneria, sia stato poi effettivamente commissionato e pagato il rispettivo costo.
Non sfugge la circostanza che la determina di affidamento dell’incarico non sia stata mai preceduta da un atto deliberativo avente un indirizzo politico, con ciò ponendo interrogativi circa la legittimità stessa dell’atto.
Ci chiediamo quindi se davvero il Sindaco avesse bisogno di spendere soldi pubblici per sentirsi dire che è il più amato d’Italia! Non era forse lo scopo vero del sondaggio quello di conoscere le esigenze e le necessità dei cittadini? Ed ancora, un Sindaco che per sua stessa ammissione afferma di “vivere tra la gente ed a stretto contatto con i suoi concittadini” aveva davvero bisogno di commissionare un sondaggio per conoscere le esigenze della sua città?
A tutti questi interrogativi non sappiamo dare una risposta e non è stata data neppure con la nota diramata dal Sindaco nella quale, glissando sul vero tema della polemica sorta in questi giorni, ovvero l’investimento di soldi pubblici per meri fini propagandistici, si è limitato a fornire una giustificazione che nulla dice circa la necessità di ricorrere ad un sondaggio a pagamento per confrontarsi con i propri concittadini.
A noi pare che l’utilizzo dello strumento del sondaggio, seppure a livello conoscitivo può essere utile, ma rimane pur sempre uno strumento esplorativo, ed in quanto tale non può sostituirsi al confronto diretto tra amministrazione comunale, partiti politici, associazioni, cittadini. Lo sforzo dell’elaborazione politica non può essere archiviato ed il cittadino non può essere derubricato a semplice “consumatore”, perché così ragionando si finisce col tradire il concetto stesso di democrazia.
Concludiamo dicendo che il Partito Democratico non ritiene di affidare il destino dei propri concittadini all’esito di un sondaggio ma è pronto a fare la sua parte ed a confrontarsi democraticamente con l’amministrazione comunale sui temi cruciali che riguardano il futuro di questa città ed a rilanciare un concetto di politica che ponga davvero al centro della sua azione e programmazione politica il cittadino ed i suoi fabbisogni.
La segreteria del Partito Democratico