8 Luglio 2024
scritto da Redazione
MERCOLEDÌ 10 LUGLIO ALLE ORE 18,15
Salone della DiVittorio in via Castello,20 a Mesagne
È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la legge 26 giugno 2024, n. 86 recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
Questa legge, così come approvata, determina la cristallizzazione e l’aumento delle diseguaglianze territoriali già da tempo presenti all’interno dello Stato italiano.
La legge prevede che le Regioni possono fare richiesta di autonomia di gestione su 23 materie tra le quali ci sono la tutela della salute, l’istruzione, l’ambiente, lo sport, l’energia, i trasporti, la cultura, il commercio estero, i rapporti internazionali e con l’Unione Europea.
Quattordici di queste materie devono rispondere ai cosiddetti Lep, cioè i Livelli essenziali di prestazione che non sono stati definiti e poiché i Lep garantiscono solo livelli minimi di servizio e non riguardano tutti i settori vi sono concreti pericoli di acuire il divario tra le diverse regioni.
È una legge pericolosa e che spacca il paese, comporta una duplicazione di funzioni e di costi fra lo Stato e le regioni e rappresenta un potenziale ulteriore appesantimento degli oneri burocratici per cittadini e imprese.
C’è il rischio dello Stato arlecchino in cui tutte le regioni hanno funzioni diverse dalle altre.
La ragione di fondo per la quale alcune regioni del Nord hanno chiesto l’autonomia è il desiderio di mantenere sul proprio territorio una parte maggiore delle risorse che da quel territorio originano.
Questo obiettivo comporta o un aumento del deficit dello Stato – un esito che l’Italia non può permettersi – o un depauperamento delle risorse destinate al Mezzogiorno – un obiettivo improponibile.
Anche una pur piccola sottrazione di risorse al Mezzogiorno appare un obiettivo poco realistico alla luce del fatto che è generalmente riconosciuto che semmai occorre aumentare le risorse destinate al Sud per contribuire a colmare il divario esistente e far crescere il paese tutto insieme.
La legge è stata ampiamente criticata oltre che dai partiti che non l’hanno votata, dalla Commissione Europea, dalla Conferenza Episcopale Italiana, da studiosi ed economisti, suscita preoccupazioni ed inquietudine nel mondo imprenditoriale e nei sindacati, non convince anche diversi esponenti della maggioranza di governo.
L’Associazione Di Vittorio di Mesagne propone di formare un Comitato locale, aperto e plurale, auspicando la partecipazione di associazioni, singoli, partiti, istituzioni che condividono l’obiettivo di respingere l’autonomia differenziata e che si ponga l’obiettivo di arrivare all’indizione di un referendum abrogativo, unica possibilità di fermare questa legge divisiva e dannosa per il paese.
Il referendum abrogativo di una legge ordinaria, come quella sull’autonomia differenziata, deve superare una serie di requisiti prima di poter essere convocato, come la raccolta di 500mila firme di cittadini, e deve superare nelle urne il quorum di almeno il 50% più uno degli elettori aventi diritto.
Entro il 30 settembre le firme devono essere depositate in Cassazione, che ne fa il conteggio e controlla che siano state raccolte secondo i requisiti richiesti.
La Costituzione prevede che esso possa essere richiesto anche da cinque Consigli regionali, in questo caso non è necessaria la raccolta delle firme.
Se la Consulta ammette il quesito il governo convoca il referendum che si celebra una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno del prossimo anno.
Se il referendum sarà richiesto come pare possibile da cinque consigli regionali, il Comitato locale potrebbe lavorare per il successo nell’esito referendario, se si rendesse necessario raccogliere le firme, il Comitato potrebbe organizzare le attività per la raccolta delle firme in questi 2 mesi estivi.
A tale scopo l’Associazione Di Vittorio mette a disposizione la sua sede in via Castello 20 per un primo incontro aperto ad associazioni, gruppi, singoli per MERCOLEDÌ 10 LUGLIO 2024 alle ore 18,15, per verificare la possibilità di costituzione di un Comitato plurale contro l’autonomia differenziata.
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