La vendemmia 2024 sarà anche questa da ricordare. Non c’è l’aria di festa delle vendemmie passate. Reduci dalla peronospora dell’anno scorso, come viticoltori, dobbiamo fare i conti quest’anno con la siccità e con prezzi delle uve molto bassi che non coprono neanche i costi di conduzione e che sanno di provocazione e di speculazione.
Dopo l’annus horribilis del 2023, con i vigneti devastati dalla peronospora, la vendemmia 2024 si è anticipata in maniera inconsueta a causa della siccità e con tutti i problemi sul fronte delle quantità e dei redditi contadini. Il cambiamento climatico si sente sull’uomo ma soprattutto sulla natura e sulle piante. Le vigne sono state e sono un sensore molto sensibile di questi cambiamenti. Se curate bene sono molto capaci all’adattamento dei cambiamenti. I nostri vecchi vigneti condotti a cespuglio (alberello pugliese), prima del sopravvento delle spalliere, erano piantati, condotti e coltivati per difendersi dalla mancanza di acqua e dalla siccità. La vendemmia, dicevo, è iniziata e sta finendo in anticipo.
Si può affermare che le rese produttive (quantità e peso delle uve) in Puglia e soprattutto nel Salento sono inferiori in alcuni casi non solo all’anno scorso ma anche molto al di sotto della media degli anni precedenti rese che come tali sono anche molto sotto gli stessi limiti quantitativi indicati nell’ultima delibera regionale del 9 agosto sulla crisi strutturale del settore vitivinicolo e relativi alla riduzione delle rese per ettaro dei vini igp rossi.
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