17 Ottobre 2024
Un altro calvario a causa dell’inattività della Radiologia interventistica. Il racconto di una parente dopo il parto della giovane, mentre la situazione era critica: “Dobbiamo aspettare l’ennesima tragedia?”
“Il travaglio di mia nipote è stato lungo. Poi, è andata in shock emorragico. So di cosa parlo: se al Perrino ci fosse stata una Radiologia interventistica funzionante, il resto del racconto non sarebbe mai esistito”, dice la parente della giovane. Per fermare l’emorragia sarebbe bastata un’angiografia per embolizzare le arterie uterine. Intorno alle 20:30 un’ambulanza sfreccia in superstrada, destinazione: ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. A bordo ci sono la neo-mamma, il ginecologo e un anestesista. Dietro, in un’auto, la parente della giovane. All’arrivo nel nosocomio leccese la donna assiste a una discussione: ok, embolizziamo qui, ma poi riportate la paziente a Brindisi. “E che è? Un pacco postale?”, sbotta la parente. Un anestesista leccese comprende la situazione, che si risolve così. Nel momento in cui si scrive, la neo-mamma è ancora intubata, in Rianimazione a Lecce. Non ha potuto abbracciare il suo piccolo. La speranza è che tutto si risolva per il meglio. Intanto, ha dovuto fare i conti con una “complicazione di secondo livello”: non bastava l’emorragia, ci si mette anche la situazione sanitaria. Medici e infermieri del Perrino si impegnano ogni giorno, ma “dall’alto” – leggasi: Regione, politica – rischiano di vanificare il loro lavoro. Dopotutto, è da mesi che la questione “Radiologia interventistica” tiene banco, da anni che il servizio non c’è. “Dobbiamo aspettare altre tragedie?”, chiede sconfortata la parente della ragazza, mentre racconta l’accaduto.
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