Il sistema sanitario pugliese è in crisi, con i cittadini costretti a fare i conti con liste d’attesa da incubo. La denuncia sui social di Carlo Danieli, professionista mesagnese che per molti anni ha diretto strutture alberghiere in Tentino, ha scosso le coscienze: un intervento di cataratta fissato a due anni dalla richiesta è il triste epilogo di una sanità che sembra aver perso il contatto con le esigenze dei pazienti. La sua esperienza è solo la punta di un iceberg che affonda nella malagestione e nell’inefficienza.
La Regione Puglia sotto pressione, ha annunciato misure attraverso il Decreto-legge n.73 del 2024, promettendo un monitoraggio più rigoroso delle liste d’attesa e la nomina di un Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria (RUAS). Ma le promesse si scontrano con la dura realtà: le soluzioni proposte, come la piattaforma nazionale per la gestione delle prenotazioni e l’estensione degli orari di visita, sembrano più un palliativo che una risposta concreta ai problemi strutturali del sistema.
Le misure come il “Salta Coda”, che prevede l’accesso a prestazioni tramite privati accreditati, non fanno altro che evidenziare l’incapacità del sistema pubblico di garantire prestazioni nei tempi previsti. È inaccettabile che i cittadini debbano pagare per ricevere cure che dovrebbero essere garantite dallo stato. Inoltre, l’idea di estendere le visite nei fine settimana, seppur utile, non affronta il problema alla radice: un numero insufficiente di personale e risorse.
La frustrazione è palpabile e le critiche non arrivano solo dai cittadini. Politici e professionisti del settore si uniscono al coro di delusioni, chiedendo misure più incisive. Come ha sottolineato Danieli, i pugliesi non possono essere costretti a cercare cure in altre regioni, come nel suo caso a Forlì, dove ha trovato un’assistenza tempestiva. Questo non è solo un fallimento del sistema sanitario, ma un’ingiustizia che colpisce i più vulnerabili.
Il sistema sanitario pugliese si trova a un bivio: le attuali misure sono insufficienti e le liste d’attesa continuano a crescere, alimentando una sfiducia sempre più profonda. È fondamentale che le autorità locali affrontino con urgenza e determinazione le problematiche strutturali, per restituire dignità e accesso alle cure a tutti i cittadini. Senza un cambiamento radicale, la Puglia rischia di diventare un esempio di cattiva gestione, dove la salute dei cittadini è relegata a una questione secondaria.
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