“Ho timbrato, sono scesa e mi sono diretta verso l’auto, posteggiata come sempre nel parcheggio interno, dedicato a noi dipendenti. Peccato che l’auto non ci fosse”. L’episodio accaduto a un’infermiera brindisina, che lavora presso l’ospedale Perrino, arriva a pochi giorni di distanza dall’avviso della chiusura delle indagini preliminari a carico di 25 persone, che devono rispondere – a vario di titolo – di 72 ipotesi di reato. In alcuni casi dei soggetti avrebbero rubato delle auto posteggiate nel parcheggio interno dell’ospedale. In altri, avrebbero messo in piedi un “cavallo di ritorno”. La vicenda qui raccontata e questa inchiesta sono slegate, questa seconda viene richiamata per dare contezza del fenomeno, che sembrava ridimensionato.
L’episodio di furto d’auto subito da un’infermiera dell’ospedale Perrino di Brindisi ha riportato alla luce un problema di sicurezza nel parcheggio interno della struttura.
L’episodio avviene a pochi giorni dalla chiusura delle indagini preliminari su una serie di furti d’auto avvenuti nello stesso parcheggio.
Indagini in corso
- Un’indagine è in corso su un gruppo di 25 persone, accusate di 72 reati, tra cui furti d’auto e “cavalli di ritorno”.
- Le indagini mirano a far luce su un’organizzazione che operava all’interno del parcheggio dell’ospedale.
Punti chiave
- L’episodio subito dall’infermiera è un campanello d’allarme sulla sicurezza del parcheggio dell’ospedale.
- Le indagini in corso rivelano un fenomeno di furti d’auto più ampio e organizzato.
- È necessario rafforzare la sicurezza del parcheggio per tutelare i dipendenti e i visitatori dell’ospedale.
Informazioni aggiuntive
- Il “cavallo di ritorno” è una pratica criminale che consiste nel rubare un’auto e poi chiedere un riscatto al proprietario per restituirla.
- È necessario che le autorità competenti prendano dei provvedimenti per far si che questi episodi non si ripetano, e che i lavoratori del nosocomio brindisino possano sentirsi sicuri.