PANDEMIA. Per un anno intero il nostro paesello ha goduto dei buoni uffici della dea bendata che ha tenuto a freno l’irruenza della pandemia. Da una settimana le spire del Coronavirus sembrano sputare un veleno ingiurioso su questa città seminando cluster/focolai ovunque: nelle scuole, nelle fabbriche, nelle case.
Paura e sgomento rapidamente si diffondono fra i sudditi del regno che rivolgono lo sguardo verso il cielo e verso il “palazzo” sperando che la Madonna e il sindaco replichino il miracolo del 1743.
La Madonna cautamente non risponde neanche in streaming, il sindaco si! Ma, purtroppamente, il sapiente intrigo di disposizioni normative, di ordinanze e liberatorie, che tanta gloria avevano concesso in passato, sembrano non funzionare più. E mentre il virus prende il largo noi chiudiamo le scuole e usciamo di casa perché in questi posti si annida il maleficio mentre il resto delle attività produttive fanno finta di esser chiuse. Cosi non se ne esce. Forse ci vorrebbe il rosso scuro, rigorosamente applicato, per una quindicina di giorni. Ma evidentemente non si può.
Certo la colpa sarà anche dei cittadini scapestrati, di quegli untori irresponsabili che andrebbero catturati e processati e verso cui il Comune si costituirà parte civile, salvo che quei cittadini sono sempre gli stessi che fino a qualche tempo venivano lusingati per il loro comportamento irreprensibile che ci faceva dominare la curva del contagio.
CAMPAGNA VACCINALE. Nonostante il fuoco di fila delle sue altissime e nobilissime cariche istituzionali, Mesagne non ha un Hub vaccinale cioè un centro intercomunale di riferimento ma solo un centro vaccinale comunale minore, peraltro tardivamente allestito. Per queste ragioni, nella gestione e distribuzione dei vaccini, arriviamo sempre secondi e paghiamo pegno nella continuità delle forniture e delle vaccinazioni. Per queste ragioni molti mesagnesi, spesso ultrasettantenni e malati si sono vaccinati altrove nonostante le solenni rassicurazioni del sindaco.
Il caos nei centri vaccinali fa il paio con la vaccinazione presso i medici di base che si fanno partire, poi si fermano e infine si confondono con una selva di disposizioni spesso fra loro contradditori.
Se poi qualcuno, molto garbatamente, fa rilevare che l’attività di vaccinazione nella palestra della Falcone interferisce con l’attività didattica dei bambini della scuola non sta compiendo un atto di lesa maestà ma un atto di civiltà democratica ed il sindaco non si deve ne’ irretire per questo ne’ deve dar la caccia alle streghe.
TRACCIAMENTO. Anche il sistema di tracciamento sembra essere saltato. La distribuzione ed il controllo sui tamponi appare affannosa e talvolta pasticciata, ma questa è una prerogativa degli organi sanitari di controllo a cui non si può supplire con interventi sporadici e di chiara matrice propagandistica come lo screening della popolazione scolastica delle scuole chiuse. Speriamo di non ripetere questa “boutade”.
PANDEMIA E CONDIVISIONE. Possibile che in questo anno non si sia sentito il bisogno di parlare della pandemia in Consiglio Comunale, possibile che non ci sia mai stato uno scambio di valutazioni fra governo e gruppi politici, possibile che l’opposizione sia stata convocata soltanto due volte in un anno e solo per accordare espressioni di umana vicinanza al sindaco senza aver alcun ruolo nelle decisioni e provvedimenti da adottare?
Sarebbe bene che ai DPCM alle Ordinanze ai decreti d’urgenza seguisse una approfondita disamina politica della situazione perché questa città non se la passa bene, appare triste stanca e moderatamente sgarrupata.
Capisco la difficoltà di chi in questo momento tempestoso deve tenere la barra dritta e la sofferenza di chi deve decidere chi buttare dalla torre, capisco anche che si può possono commettere degli errori, non capisco come sia possibile lucrare popolarità e consenso dalle tribunette mediatiche in questo sciagurato contesto.
Perciò calma, sangue freddo e sobrietà.
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