31 Agosto 2021
scritto da Redazione
Dopo oltre un decennio di profonda crisi gli operatori edili finalmente riscontrano un rilancio delle attività, in parte dovuto alle opportunità prospettate dal ”Piano Nazionale Ripresa Resilienza” e, in parte, come conseguenza delle misure messe in campo dal Governo per il settore privato, con riferimento ai Bonus Edilizi e in particolare al Superbonus 110%.
Una ripresa che si inserisce in un contesto generale di rinnovato ottimismo con il mercato del lavoro che, dopo un lungo periodo di stallo, torna a muoversi, come evidenziato dai dati emersi dal Bollettino Excelsior Informa realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal.
Per il periodo agosto – ottobre 2021, infatti, sono stati calcolati 1.220.870 nuovi ingressi e l’aspetto positivo è che questo dato segna un notevole incremento (422.250 unità) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Altro aspetto confortante è che il 30% di questi ingressi, per il mese di agosto, ha riguardato la fascia dei giovani, quindi i lavoratori con meno di 29 anni ed è probabile che la stessa proporzione sarà replicata per i prossimi due mesi.
A fronte di una domanda in forte crescita, però, le imprese edili segnalano una carenza di figure professionali che non consente di cogliere pienamente le opportunità di sviluppo del mercato.
L’onda lunga della crisi, che ha investito in questi anni anche la filiera, infatti, continua a sortire i suoi effetti, con ricadute soprattutto sulla forza lavoro.
Dal 2008 si è registrata una fuoriuscita di 400mila risorse umane che difficilmente rientreranno in cantiere e si avverte chiaramente la difficoltà a formarne di nuove.
Il centro studi dell’Ance ha stimato per il 2022 un fabbisogno occupazionale aggiuntivo diretto nel settore di circa 170 mila unità cui si sommano 95mila unità nei settori collegati, per un totale di 265mila posti di lavoro, mentre il mercato risulta strozzato. Non si trovano, infatti, il 52% degli addetti alle finiture e il 60% dei giovani operai specializzati richiesti.
“La situazione è molto seria – commenta il Presidente di Ance Brindisi Angelo Contessa (nella foto) – ed è necessario intervenire, lavorando su un orizzonte più ampio con una previsione sui prossimi anni. Il settore edile deve tornare ad essere il motore trainante dell’economia, esattamente come accadeva negli anni precedenti alla crisi del 2008, quando il tasso di crescita del settore edile era più che doppio rispetto a quello del Pil (basti pensare che dal 1999 al 2007 gli investimenti in costruzioni videro una crescita del 27,1%, a fronte di un aumento del Pil del 13,5%). A Brindisi – prosegue il numero uno della sezione provinciale dei Costruttori edili – si sta aprendo uno scenario particolare che comporterà un notevole esubero di personale. Mi riferisco al processo di transizione energetica e alle unità lavorative che dovranno essere ricollocate.
Nel nostro territorio, più che in altri, è indispensabile che tutti gli attori coinvolti, parti datoriali, sindacati e istituzioni, facciano fronte comune per arginare il rischio di perdita di posti di lavoro e, al contempo, consentano al settore edile, e di conseguenza a tutta la filiera, di cogliere realmente le opportunità di crescita che si stanno prospettando.
Una ripresa che si inserisce in un contesto generale di rinnovato ottimismo con il mercato del lavoro che, dopo un lungo periodo di stallo, torna a muoversi, come evidenziato dai dati emersi dal Bollettino Excelsior Informa realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal.
Per il periodo agosto – ottobre 2021, infatti, sono stati calcolati 1.220.870 nuovi ingressi e l’aspetto positivo è che questo dato segna un notevole incremento (422.250 unità) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Altro aspetto confortante è che il 30% di questi ingressi, per il mese di agosto, ha riguardato la fascia dei giovani, quindi i lavoratori con meno di 29 anni ed è probabile che la stessa proporzione sarà replicata per i prossimi due mesi.
A fronte di una domanda in forte crescita, però, le imprese edili segnalano una carenza di figure professionali che non consente di cogliere pienamente le opportunità di sviluppo del mercato.
L’onda lunga della crisi, che ha investito in questi anni anche la filiera, infatti, continua a sortire i suoi effetti, con ricadute soprattutto sulla forza lavoro.
Dal 2008 si è registrata una fuoriuscita di 400mila risorse umane che difficilmente rientreranno in cantiere e si avverte chiaramente la difficoltà a formarne di nuove.
Il centro studi dell’Ance ha stimato per il 2022 un fabbisogno occupazionale aggiuntivo diretto nel settore di circa 170 mila unità cui si sommano 95mila unità nei settori collegati, per un totale di 265mila posti di lavoro, mentre il mercato risulta strozzato. Non si trovano, infatti, il 52% degli addetti alle finiture e il 60% dei giovani operai specializzati richiesti.
“La situazione è molto seria – commenta il Presidente di Ance Brindisi Angelo Contessa (nella foto) – ed è necessario intervenire, lavorando su un orizzonte più ampio con una previsione sui prossimi anni. Il settore edile deve tornare ad essere il motore trainante dell’economia, esattamente come accadeva negli anni precedenti alla crisi del 2008, quando il tasso di crescita del settore edile era più che doppio rispetto a quello del Pil (basti pensare che dal 1999 al 2007 gli investimenti in costruzioni videro una crescita del 27,1%, a fronte di un aumento del Pil del 13,5%). A Brindisi – prosegue il numero uno della sezione provinciale dei Costruttori edili – si sta aprendo uno scenario particolare che comporterà un notevole esubero di personale. Mi riferisco al processo di transizione energetica e alle unità lavorative che dovranno essere ricollocate.
Nel nostro territorio, più che in altri, è indispensabile che tutti gli attori coinvolti, parti datoriali, sindacati e istituzioni, facciano fronte comune per arginare il rischio di perdita di posti di lavoro e, al contempo, consentano al settore edile, e di conseguenza a tutta la filiera, di cogliere realmente le opportunità di crescita che si stanno prospettando.
Sarebbe quindi auspicabile, a nostro avviso, cogliere l’opportunità di incrociare domanda e offerta, partendo ovviamente dalla creazione di nuove competenze.
E’ necessario conoscere le esigenze delle aziende e profilare le figure professionali ricercate per poter avviare una vera e propria rimodulazione dei percorsi formativi.
Inoltre – continua Contessa – siamo pronti ad affrontare un’ulteriore sfida: l’apertura del settore delle costruzioni, da sempre appannaggio quasi esclusivamente degli uomini, al mondo femminile.
E’ necessario conoscere le esigenze delle aziende e profilare le figure professionali ricercate per poter avviare una vera e propria rimodulazione dei percorsi formativi.
Inoltre – continua Contessa – siamo pronti ad affrontare un’ulteriore sfida: l’apertura del settore delle costruzioni, da sempre appannaggio quasi esclusivamente degli uomini, al mondo femminile.
Anche in tal senso, la formazione gioca un ruolo determinante ed è opportuno ripensare ad una politica formativa di settore che tenga conto dell’inclusività. E’ fondamentale, poi, che il comparto, in tempi rapidi, possa essere di stimolo affinché i giovani ritrovino entusiasmo e voglia di entrare a far parte del sistema produttivo delle costruzioni.
Noi assicuriamo – conclude il Presidente di Ance Brindisi – la nostra disponibilità, come sistema dell’edilizia, ad intercettare le esigenze del mercato ed a formare figure specializzate con l’obiettivo di favorire realmente l’incontro tra domanda e offerta, reimpiegando le risorse fuoriuscite dal sistema industriale dopo la riconversione.
Il nostro auspicio è quello di poter lavorare unitamente all’Assessorato Regionale alla Formazione e Lavoro, guidato dall’assessore regionale Sebastiano Leo, per costruire un percorso finalizzato al raggiungimento di tali obiettivi e all’avvio di best pratiche che possano, eventualmente, essere replicate in altri territori”.
Il nostro auspicio è quello di poter lavorare unitamente all’Assessorato Regionale alla Formazione e Lavoro, guidato dall’assessore regionale Sebastiano Leo, per costruire un percorso finalizzato al raggiungimento di tali obiettivi e all’avvio di best pratiche che possano, eventualmente, essere replicate in altri territori”.
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