Se ne parlerà questa sera mercoledì prossimo 8 settembre nell’atrio del castello di Mesagne con Mario Cutrì che leggerà alcuni brani di “Perna e Cola”.
Quasi tutti i mesagnesi la conoscono come “Pernia e Cola”; è la commedia dialettale che da decenni viene recitata nel periodo natalizio. Ispirata alla Cantata dei Pastori (scritta da Andrea Perrucci nel 1698), si snoda tra il serio ed il faceto, tra il riferimento religioso alla Natività e quello comico al tran-tran di una famiglia patri-matriarcale. Ma questa commedia, mesagnese per antonomasia, non è stata sempre recitata allo stesso modo. Il testo, e le modalità di recitazione, sono cambiati negli anni, a seconda della compagnia, degli attori, delle circostanze. Sono circolati, perciò, numerosi copioni.
Il ritrovamento, da parte di Enzo Poci, di un antico manoscritto intitolato “Perna e Cola”, ha consentito di scoprire il più antico copione, che – oltre al titolo originale – reca la data del 1875; inoltre, ha ridato alla massara il suo nome originario: Perna, non Pernia.
Il lavoro filologico svolto con grande meticolosità da Tommaso Urgese, pubblicato nel 2018, ha restituito il testo di quell’antico copione. Ed ha messo in evidenza che la vicenda raccontata è collocata in una masseria dal nome “Strusce”, diversamente dai copioni più recenti che parlano di una masseria “Strizzi”. L’esistenza di un toponimo “Strusce” in agro di Latiano ha condotto, quindi, Tommaso Urgese, con la collaborazione di Claudio Santoro, alla ricerca dell’omonima masseria. Ed è stata individuata in prossimità dell’antico casale di San Donato.
Mesagne ha restituito numerose epigrafi scritte in caratteri latini. Tra il 1637 e il 1655, ne parlarono sia Epifanio che Diego Ferdinando, nelle loro opere sulla storia di Mesagne. Però, alcune erano già state pubblicate fin dal 1566 dall’umanista veneziano Aldo Manuzio (il giovane), nipote del primo editore/stampatore in Italia, al quale erano pervenute per il tramite dell’umanista Oritano Quinto Mario Corrado. Alcune di quelle epigrafi sono conservate nel museo di Mesagne.
Queste notizie sono state pubblicate nel fascicolo n. 4 della «Rassegna Storica del Mezzogiorno». Esili all’apparenza, in realtà si tratta di fatti storici culturali che attestano il rapporto di piccole comunità come Latiano e Mesagne con avvenimenti più ampi. Denotano, infatti, da un lato il legame con la letteratura teatrale napoletana, dall’altro con il risveglio umanistico-rinascimentale europeo.
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