E’ quanto sostiene l’ingegnere Luigi Argese (nella foto), 40 anni, mesagnese, che due anni fa piantò tra Mesagne e Brindisi un bambuseto che oggi ha raggiunto un’altezza di circa 3 metri. Obiettivo: ridurre l’inquinamento ambientale. Il bambù è un materiale leggero, molto resistente, flessibile e durevole, ha una crescita rapida e assorbe l’anidride carbonica (CO2), è potrebbe essere piantato sui molti terreni rimasti incolti a causa della moria degli ulivi. Secondo l’ing. Argese un bambuseto di 100 ettari riesce ad assorbire cinque volte rispetto a un bosco di macchia mediterranea: un ettaro di bambù è cinque ettari di bosco. Per assorbire l’inquinamento di Brindisi, quindi, dovrebbero essere impiegati 100 ettari. Il bambù, inoltre, può essere utilizzato per costruire mobili, isolanti, impalcature, parquet, eliche delle turbine eoliche, ma anche ricavare filati per produrre tessuti, scarpe, borse e cinture, telai per le biciclette, ecc. L’ing. Argese, che gli amici del liceo definiscono un vero e proprio genio, ha un sogno per la sua città: progettare nuovi investimenti e creare lavoro.
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