A Don Daniele Cavaliere Cavaliere, Arciprete di Mesagne
Amatissimo Padre,
non mi è ancora del tutto chiaro il motivo per cui ti sto scrivendo. È difficile parlare di te senza cadere nella retorica, ed io detesto la retorica dei buoni sentimenti e detesto l’adulazione.
Eri un uomo libero, uno spirito libero, imprevedibile, dolce e di straordinaria umanità. “La vera libertà è un atteggiamento dello spirito” mi dicevi. Eri un eccellente ascoltatore, non ti lasciavi mai andare a giudizi non richiesti. Mi hai insegnato a “scoprire” il silenzio, ad ascoltare il silenzio e, nel silenzio, ho trovato la mia anima profonda. Mi hai insegnato ad esercitare il pensiero critico, ad ascoltare e ad obbedire solo alla mia coscienza, a coltivare il dubbio che è diventato il mio compagno di viaggio, qualche volta un po’ ingombrante, perfino perfido e maligno!|
“Chi è il Demonio?” ti chiesi un giorno. “È l’infelice che non sa amare” fu la tua risposta secca. Sai, “qualche infelice che non sa amare” l’ho incontrato anche io, nel corso della vita, e, sicuramente, non ti farà piacere saperlo!
Eri un uomo allegro, ho riso spesso con te, eri un dissacratore… ma, mi insegnasti subito, a stendere un velo pietoso su quelle che definivi “le miserie umane”. Ho “imparato” da te la compassione.
Quanti ricordi si accendono nella mia mente…
Mi affidasti le Letture che precedono la proclamazione del Vangelo. Ricordo i miei timori e le ansie quando salii su quell’Altare, la prima volta. Era la cosiddetta “Messa Tarda”, quella frequentata dai “notabili” del paese che venivano per ascoltare la tua parola “dotta”, dell’uomo di straordinaria cultura.
Il tuo sguardo magnetico intercettò la mia lieve esitazione, quando ero già davanti al microfono. Pochi attimi, poi udii la mia voce levarsi alta, chiara, senza incertezze nel silenzio della Chiesa Madre: “Dal Libro della Sapienza…” iniziava così, quel giorno, la Prima Lettura.
E, infine, come non ricordare la traccia profonda che lasciò in te il servizio prestato come Tenente Cappellano Militare del 20° Reggimento Fanteria, Divisione “Brescia”, in prima linea nel corso del II Conflitto Mondiale? Il racconto delle battaglie, dell’audacia e della precisione degli aerei da guerra tedeschi (stukas), della visita di Rommel, delle Postazioni di Tobruk, El Alamein. E la lunga prigionia in Inghilterra. Ricordavi i gesti di attenzione e di solidarietà offerti ai Mesagnesi arruolati che ricorrevano a te, il deserto torrido di giorno e il freddo di notte e il tormento dei Soldati non adeguatamente equipaggiati.
Il mio dialogo con te non si è mai interrotto. Come potrei dimenticare Colui che è stato il mio Mentore? Maria
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