Oggi ricorre la giornata mondiale Onu in memoria delle vittime della strada. Il commento dell’avv Teodoro Nigro, Comandante la Polizia Locale di Mesagne.
Qualche considerazione è d’obbligo anche alla luce della scia di tristi pensieri ed emozioni collegati ai recenti fatti di cronaca di infortunistica riguardanti il territorio di Mesagne e più in generale la provincia di Brindisi.
L’attenzione di istituzioni, centrali e locali, di associazioni, di gruppi portatori di interessi collettivi e di singoli cittadini sui decessi da incidente stradale negli ultimi dieci anni è vistosamente aumentata nella concreta consapevolezza che molta strada va percorsa per contenere le tabelle con le statistiche ancora indicanti numeri nell’ordine delle migliaia di vittime annue.
Certamente un dato si vuole richiamare: l ‘aumento dei morti o dei feriti con lesioni gravi quali pedoni, ciclisti, motociclisti e diversamente abili nella interazione veicolo-strada.
E la città, l’area urbana, occupa un ruolo di primo piano anche per l’aumento della mobilità green e della nascita delle ciclovie.
Il traffico quale sistema combinato di circolazione soffre ancora perché non pienamente sostituito o comunque in parte integrato con le vie su ferrovia o su mare sopratutto in una nazione l’Italia, in cui i collegamenti nord sud ed est ovest meritano percorsi alternativi più veloci e sicuri, della strada sia essa autostrada o di classificazione inferiore urbana ed extraurbana.
Quindi il territorio mostra differenti indicatori a seconda che vari la combinazione tra rete stradale/ comportamenti degli utenti/qualità della rete stradale e progettualità posta in campo da enti ed amministrazioni locali.
Fatte queste brevi premesse è la strada urbana ed extraurbana ad essere maggiormente interessata da alte percentuali di sinistri stradali rapportati ad altri luoghi destinati a circolare.
In quest’ottica l’Amministrazione Comunale di Mesagne ha in corso una serie di accorgimenti anche strutturali finalizzati ad una maggiore sicurezza stradale reale e percepita.
Nuovi asfalti, nuovi rallentatore della velocità, nuova segnaletica orizzontale e verticale, maggiori controlli dinamici e statici sul modo di condurre gli autoveicoli, nuova illuminazione urbana, nuovi rondò in luoghi in cui l’intersezione a raso crea un potenziale pericolo.
Ma certamente è solo l’inizio di un percorso. Un caposaldo non può mai derogarsi: la convivenza veicolo e pedone o ciclista deve ridursi al minimo dando la massima sicurezza.
A questo si aggiungano le recenti migliorie normative, in parte sanzionatorie ed in parte programmatiche, che finalizzano la tutela di pedoni, conducenti di veicoli elettrici e diversamente abili prevedendo proprio le strade urbane ciclabili, le corsie ciclabili e la cosiddetta “casa avanzata” per i velocipedi.
Insomma una giornata di riflessione di noi tutti la maggior parte dei quali usa la strada per diverso tempo al giorno e che , nella prudenza e nella diligenza alla e nella guida, deve farne uno stile di guida al fine di salvaguardare se stessi e gli altri in uno spunto evolutivo che porti, ovviamente con gradualità, a ridurre sempre più la incidentalità fermo restando che muoversi liberamente è principio di vita sociale fondamentale per ognuno di noi.
E le limitazioni conosciute nel recente periodo storico pandemico ne sono la prova certa ed i confutabile.
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