In Puglia il virus corre più delle vaccinazioni. Bisogna rimediare in fretta, anche perché abbiamo 247.539 dosi ancora in frigorifero. E quindi centri aperti h12 e uno per provincia h24, senza però fermarsi sui tamponi. Questo e altro nell’intervista di Vito Fatiguso del Corriere del Mezzogiorno che alleghiamo.
«Non è il consigliere Amati a dire che le cose in Puglia non vanno bene. Sono i numeri a imporre un cambio di passo: bisogna vaccinare e fare più tamponi. È il tempo di scendere in campo e pensare meno alla burocrazia. La soluzione? Centri vaccinali aperti almeno per 12 ore al giorno e uno per provincia in attività h24. Dosi subito ai 70enni e proseguire con i fragili».
Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio (Pd), è stato il primo a richiamare l’attenzione dell’amministrazione Emiliano sulla lentezza della macchina vaccinale pugliese. Sin dall’inizio della campagna (27 dicembre 2020) lanciò l’idea di tenere centri aperti e di utilizzare quante più fiale possibili perché «una dose in frigorifero significa causare decessi».
Amati, la Puglia è in ritardo sulle somministrazioni. Quali sono le ragioni? «Non è il tempo delle polemiche, ma di leggere i dati per cambiare ciò che non va. Bisogna cambiare passo».
Prima era colpa delle poche dosi ora della tipologia di vaccino (Pfizer, Moderna, AstraZeneca). Qual è la verità? «Come ho detto in tempi non sospetti bisogna usare tutti vaccini disponibili e organizzare meglio i centri. Tutti devono restare aperti almeno 12 ore al giorno e uno per provincia deve lavorare h24».
Le scorte non sono sufficienti. «È un falso problema. Dobbiamo essere chiari: il presupposto è avere i vaccini altrimenti non ne usciamo più e non sarà possibile immunizzare la popolazione per il periodo estivo. Quindi bisogna andare avanti con le dosi a disposizione seguendo la logica del fornaio».
Ovvero. «Quando fa il pane di giornata tende a venderlo tutto, non lo conserva perché poi sa che non è più buono. Ma il giorno dopo è pronto a farne altro. Quando Michele Conversano, responsabile della campagna di vaccinazione della Puglia, ha ammesso che c’erano nei magazzini 89 mila dosi di AstraZeneca anziché 39 mila si è capito che i conti non tornavano. La verità è che i generali non stanno sul campo di battaglia. Devono vedere dal vivo cosa va e cosa no, devono dare fiducia alle persone facendo meno circolari e riunioni in videoconferenza».
Stessa cosa per i tamponi: ne facciamo un quarto del Veneto che ha più o meno gli stessi abitanti della Puglia. «Ricordo che all’inizio della pandemia c’era chi sosteneva (L’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, ndr) che non era opportuno fare tamponi a tappeto perché si alimentavano i falsi negativi. È falso. Si alimentano i falsi negativi, ma si pesa anche la popolazione dei positivi che aiuta a comprendere la diffusione del virus. In queste ore il Regno Unito ha annunciato che per ogni settimana spettano due tamponi gratuiti a persona. In Puglia se ne devono fare di più anche perché quelli privati costano».
Situazione critica anche negli ospedali. «Oltre alle difficoltà delle terapie intensive e del personale medico mancano posti per i pazienti in via di miglioramento che libererebbero i letti a chi ne ha più bisogno. A Brindisi è stata creata una rete di strutture che rimarrà alle comunità. Non investimenti temporanei come quelli della Fiera del Levante».
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