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Coronavirus, Puglia e Basilicata da lunedì verso la zona gialla

Puglia verso il giallo. Insieme probabilmente a Basilicata e Calabria. Valle d’Aosta di nuovo arancione, insieme alla Sicilia. Sardegna in bilico. Nessuna regione in rosso. È questo il nuovo quadro che si profila alla luce del monitoraggio dell’Iss di venerdì 7 maggio. Quasi tutta la cartina geografica si colorerà dunque di giallo (ristoranti e bar con tavoli all’aperto a pranzo e a cena; ingresso consentito in cinema, teatri e musei sia pure con capienza limitata, spostamenti liberi verso altre regioni gialle). Ancora in rialzo l’Rt (indice di trasmissione del contagio) a 0,89 dopo la risalita già (0.85) registrata la scorsa settimana. Le stime non sono ancora influenzate dalle parziali riaperture del 26 aprile. L’incidenza secondo gli ultimi calcoli sarebbe ancora in discesa dal valore 146 registrato nel monitoraggio della scorsa settimana, arrivando ora a 127.

Puglia verso il giallo

La Puglia è diventata arancione il 26 aprile. E già da due settimana ha numeri da zona gialla. Il tasso di occupazione di posti letto in terapia intensiva di pazienti Covid (34%) resta sopra la soglia critica del 30 per cento. Ma il trend è positivo e la zona gialla a portata di mano. «La situazione continua a migliorare – conferma l’assessore regionale alla Sanità Pierluigi Lopalco – abbiamo un Rt calcolato da noi inferiore a 1, tassi di occupazione dei posti letto in miglioramento, non ci sono focolai in ospedali e Rsa». Dovrebbero essere promosse nella fascia con minori restrizioni anche Basilicata e Calabria.

La normativa di riferimento

Come si arriva alla «promozione» in giallo? Ricapitoliamo le regole in vigore, che non sono state modificate dal nuovo decreto anti Covid che disciplina le riaperture. Sono obbligatori «quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive. E i parametri da rispettare sono: Rt (l’indice che misura la velocità del contagio) sotto 1 e «rischio complessivo» basso o moderato. Un indicatore quest’ultimo risultato del calcolo di 21 parametri, dalla comparsa dei nuovi focolai al tasso di occupazione di ospedali e terapie intensive. Non sono obbligatorie due settimane in fascia arancione per poter essere «promossi». Ne può bastare anche una. La decisione spetta alla cabina di regia del ministero della Salute.

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