Riportiamo l’intervista rilasciata a Cosimo Caridi e pubblicata ieri su “Il Fatto Quotidiano” di Emilio Gianicolo, epidemiologo mesagnese di 49 anni, che da quasi un decennio lavora all’Università di Mainz, una delle più importanti della Germania. Dall’inizio della pandemia studia la diffusione del virus negli ambienti familiari.
La Germania sta male? Sì, l’incidenza è in crescita costante da settembre. Ma ci sono delle differenze tra le varie aree. In Baviera e Sassonia la situazione è pessima, però alcune regioni, come la Renania Palatinato dove mi trovo, hanno dati migliori rispetto a quelli del Nord-est italiano.
Le terapie intensive, le più grandi d’Europa, sono in affanno. Come mai? Purtroppo non sono sufficienti i posti letto, servono anche le persone in grado di farli funzionari. C’è stata una fuga dei professionali dalle terapie intensive. Il paziente
Covid richiede molta attenzione. E per formare medici e infermieri per le terapie intensive ci vogliono cinque anni.
Cosa è andato male. La vaccinazione. Un tema da affrontare è quali sono le categorie di persone che non si sono vaccinate. Da un nostro studio emerge maggiore resistenza a vaccinarsi nelle categorie socioeconomiche più svantaggiate. Abbiamo un problema come sanità pubblica nel raggiungere alcune fasce della popolazione per le quali la vaccinazione non è una priorità. Sappiamo per esempio che le terapie intensive sono prevalentemente occupate da persone con un passato migrante. Parliamo di sindemia nata nell’interazione tra pandemia e disagio socio-economico.
Sembra che il governo tedesco fosse pronto ad accettare il rischio di una pandemia per i non vaccinati? Non penso. Si è pensato che il 70% di vaccinati fosse sufficiente per un’immunità di gregge. La variante Delta ha cambiato le carte in tavola, alzando la soglia.
La vaccinazione obbligatoria è un’opzione? Non ci si potrà mai arrivare qui. È contrario alla filosofia e alla storia di questo paese. Ci sarà consenso, imporranno multe, ma vaccinare chi non vuole sarà logisticamente impossibile.
Spagna e Portogallo sembrano stare bene. La Francia, seppur con tasso di vaccinazione simile a quello tedesco, sta meglio. Quanto incide il clima con la quarta ondata? È un fattore importante, ma le valutazioni potremo farle solo a emergenza finita. Se pensiamo a come è iniziata la pandemia nel Nord Italia e qual è la situazione oggi dobbiamo considerare cosa è cambiato: variante Delta, vaccinazioni, mobilità delle persone, quantità dei test.
Sui test la Germania ha cambiato idea più volte: gratuiti, poi a pagamento e adesso nuovamente gratis. Qual è l’atteggiamento giusto? I test devono essere gratuiti. Sovente chi ha più bisogno di essere testato ha meno possibilità di pagare. Chi non ha intenzione di vaccinarsi deve essere testato per andare a lavoro o per fare una vita sociale. È uno strumento per limitare la pandemia.
Come se ne esce? Tra le persone non ancora vaccinate c’è una quota disposta a farlo. Dobbiamo puntare a quelle.
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