Il consigliere comunale Carlo Ferraro del Movimento 5 Stelle, torna sul concorso bandito dal Comune di Mesagne per un progetto di riqualificazione di Piazza Porta Grande. Un concorso – secondo il suo parere – che si sarebbe potuto evitare se l’Amministrazione ha già le idee chiare su come vuole quella piazza. Il consigliere grillino pone alcuni dubbi sulla precisa volontà dell’Amministrazione di volere un accesso centrale alla Porta Grande e fa fuori qualsiasi altra ipotesi che l’ingegno dei progettisti poteva escogitare.
Come riportato nel Documento di indirizzo della Progettazione: “sarà gradita la predisposizione di un nuovo disegno delle piazzole presenti, compresa la parte centrale rialzata in cui dovrà essere ricavata una viabilità che ricostituisca la continuità con l’asse viario di ingresso alle mura storiche cittadine”.
Certo, l’Amministrazione può dare delle indicazioni progettuali, e lo fa parlando della “mission” del progetto (sostenibilità, valori simbolici legati al mondo del lavoro, ecc.), e questo va benissimo; non va più bene quando in un concorso di idee (pardon, di progettazione) dà indicazioni sulla stessa soluzione formale, sul mantenimento delle esistenti piazzole e sulla strada di accesso al centro storico, facendo fuori qualsiasi idea alternativa (che sarebbe poi la ragione principale per cui si bandisce un concorso di progettazione).
Quindi l’Amministrazione, a quanto pare, ha già un’idea precisa di come vuole modificare quello spazio, (poco, per la verità) e chiude la possibilità di poter pensare quel luogo in maniera totalmente nuova e diversa, e per questo bandisce un concorso di progettazione, in cui i progettisti sono legati ad indicazioni prescrittive ineludibili, e senza che la cittadinanza possa esprimersi su questa scelta.
Un bell’esempio di partecipazione. Con un concorso di idee, ed una mostra dei progetti presentati, tutti avrebbero potuto comparare le diverse proposte e, magari, orientare con le loro preferenze la scelta dell’Amministrazione. Così non sarà. Come sempre alle parole non seguono mai i fatti: si parla tanto di partecipazione ma, ancora una volta, questa è solo sbandierata, e mai agìta.