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Giuseppe Florio ha intervistato Papa Francesco

E’ in stampa e in distribuzione a Natale la nuova edizione di “50MILA VOLTI”, la rivista della Cooperativa Osa contenente l’intervista di Giuseppe Florio al Santo Padre. “Una lunga riflessione che il Santo Padre ci ha donato che ha illuminato con le parole quei temi che per noi hanno un confine ed un significato preciso, che sono il Dna e la storia stessa della Cooperativa: salute, vecchiaia, malattia, assistenza, cura, premura. Parole che indicano una “tenerezza nuova”, è scritto nella presentazione della notizia sul sito della Cooperativa.
“È una vicinanza intesa come condivisione, prossimità, cura e amore. La grande prova che abbiamo vissuto nella pandemia spero che ci abbia fatto tornare la nostalgia di una vicinanza nuova tra di noi”, dice il Pontefice, che dedica le sue parole agli anziani e ai bambini, “cittadini di periferie esistenziali”. “La loro vita viene percepita come inutile. Io credo, invece, che l’incontro generazionale tra i bambini e i vecchi debba essere colmato da una cultura che sappia fare incontrare e integrare questo tipo di fragilità”.
“Ma il dialogo con 50MILA VOLTI affronta anche il tema delle cure domiciliari e delle semplici regole che riguardano gli operatori sanitari e coloro che prestano assistenza a chi soffre. In primis lo sguardo, perché “guardare negli occhi le persone, considerarle nella loro sofferenza senza mai banalizzarle”, e poi l’ascolto perché “queste persone possano affidare la sofferenza che vivono, le difficoltà che hanno a qualcuno”. Quindi la cura “che si dovrebbe tradurre attraverso un modo mai violento, mai scontato e mai meccanico di offrire un aiuto, un sostegno e una prestazione professionale”.
“Infine una riflessione sul dolore e sulla morte. Francesco sottolinea che pur senza nominare Cristo, di lui e della sua esperienza non si può fare a meno. Dio trova sempre un modo di farsi presente dentro la nostra vita, anche quando lo sentiamo lontano o ci sentiamo abbandonati. È questa la nostra forza. E anche se non lo sappiamo, in quel buio sta già operando la Pasqua. Solo col tempo ci accorgiamo che è nascosta una luce anche nel buio più profondo. In attesa di accorgercene possiamo solo andare avanti aiutandoci a vicenda. Grazie per quello che fate, perché aiutate molte persone ad attraversare il loro buio, a non sentirsi soli, a non scoraggiarsi e a poter vivere e attraversare ciò che da soli non potrebbero mai né vivere né affrontare”.
“Le parole di Francesco rendono straordinaria un’edizione, l’ultima del 2021, che come sempre custodisce e racconta le storie e i volti della comunità di OSA. Una carrellata che abbraccia tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, e porta alla luce la bellezza, il dolore, la sofferenza, la rinascita, la gioia – in una parola l’umanità – di cui la Cooperativa, attraverso i suoi professionisti, si occupa ogni giorno. Dal racconto della rinascita di Sveva, 4 anni, assistita dall’Adi Palermo, alla vita di Riccardo Ciampi, ospite della RSA Bellagio che nella pittura ha ritrovato sé stesso dopo un’esistenza difficile. E poi ancora: i 20 anni nell’assistenza domiciliare di Massimo, infermiere che ha percorso l’Italia per e con OSA, il ritratto di Serena, seguita dal centro di via Majorana e il progetto Weekend, che grazie alla Divisione Sociale di OSA aiuta alcuni ragazzi con disabilità nella scoperta della propria autonomia”.

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