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“Grande partecipazione per il laboratorio esperienziale di counseling aperto a tutti”

Grande partecipazione per l’evento promosso dal Coordinamento Donne di Fials dal tema: “La relazione che cura: Il counseling e i diversi campi di applicazione – Divento io nel tu; diventando io, dico tu”, svoltosi l’8 marzo ad Oria presso la Chiesa San Barsanofrio. Un modo singolare e certamente più costruttivo quello scelto dal Coordinamento per celebrare la giornata internazionale della donna, preferendo al tradizionale evento convegnistico un appuntamento concretamente utile che potesse arricchire il bagaglio professionale degli iscritti Fials, donne e uomini. Un momento di inclusione verso gli iscritti e verso la comunità tutta, verso un senso di responsabilità individuale e collettivo al miglioramento della qualità della relazione di cura.
“Oggi – afferma  la responsabile del Coordinamento Donne Elena Marrazzi (a sinistra nella foto) – sono cambiate le esigenze della cittadinanza. Ci troviamo di fronte ai bisogni di una popolazione con complessità assistenziale maggiore che richiede un cambio di visione della sanità ed una necessità sempre maggiore di implementare competenze comunicative e relazionali. E’ per questo che abbiamo puntato su un laboratorio esperienziale di counseling, volutamente aperto non solo agli operatori sanitari, ma a tutta la cittadinanza ed a chiunque ha voluto partecipare”.

L’evento – i cui lavori sono stati aperti da Giuseppe Carbone, Segretario Generale FIALS e da Elena Marrazzi, Segretario nazionale FIALS e responsabile Coordinamento donne FIALS – ha visto gli interventi della Dr.ssa Concetta Brandi, Psicologa, Psicoterapeuta e Presidente ASPIC Brindisi e della Dr.ssa Daniela Zizzi, Psicologa, Psicoterapeuta, Presidente ASPIC Taranto. Interessantissime le loro relazioni che vertevano su quelli che sono i principi dell’ascolto e della comunicazione, sulle barriere della comunicazione e, soprattutto, sulle basi della relazione d’aiuto, tutti fondamenti del counseling. Il counseling ha, infatti,  l’obiettivo di lavorare sull’empatia, favorendo il benessere emozionale e relazionale, di offrire all’altro uno strumento di comprensione, al fine di appianare le divergenze e, di conseguenza, di migliorare la qualità di vita: tra uomo e donna, tra donne e donne, tra sanitari e paziente, tra individuo e società. Il tutto, partendo dall’assunto che una vera relazione esistenziale fra due persone inizia con l’accettazione. L’aspetto più interessante è stato il momento del ‘role playng’, quando cioè le relatrici hanno coinvolto i partecipanti in una sorta di interpretazione dei ruoli: una simulazione di comportamenti ed atteggiamenti adottati generalmente nella vita reale, in cui i ruoli vengono assunti da due o più persone davanti al gruppo – osservatore. Una tecnica che aveva l’obiettivo di far acquisire la capacità di impersonare un ruolo e di comprendere in profondità ciò che il ruolo richiede.

“Volersi bene e voler bene, quindi. Accettarsi ed accettare. Rispettarsi e rispettare. E questo – conclude la Marrazzi, soddisfatta dell’esito del laboratorio – questo vale per la donna, come per l’uomo. Non a caso il laboratorio lo abbiano aperto ad entrambi,  considerato che sul posto di lavoro – come nella vita – è fondamentale creare una sintonia perfetta, un’unità di intenti, una fusione che, se adottata in tutti i settori, porterebbe senza dubbio a quella uguaglianza a cui da sempre si aspira”.

Ciliegina sulla torta della serata è stata l’esibizione della attrice e regista Sara Bevilacqua che ha tenuto due monologhi dal tema “Essere libere”.

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