Al momento è solo una proposta, nulla di più. Però l’ipotesi paventata dall’Asl di Brindisi comporterebbe una sorta di “declassamento” di quello che era ritenuto il fiore all’occhiello dell’ospedale Perrino di Brindisi: il Centro grandi ustionati. In una recentissima informativa – in cui irritualmente non viene citato alcun responsabile amministrativo dell’istruttoria – l’azienda sanitaria brindisina parla dell’istituzione dell’unità operativa complessa “Chirurgia Plastica e Centro Grandi Ustionati”. Nell’atto viene specificato che “sin dalla sua istituzione (del Centro grandi ustionati, ndr), si è determinata una perdurante carenza di personale medico, per la quale, con la dotazione organica residua, non è possibile garantire la copertura dei turni di servizio e, di conseguenza, la continuità assistenziale”.
Viene spiegato, inoltre, che questa “bozza” di riorganizzazione è stata oggetto di valutazione da parte del Dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia e delle organizzazioni sindacali. Stando a quanto risulta a BrindisiReport, almeno per quanto riguarda il fronte sindacale e il collegio di direzione (membri contrari all’unanimità), la valutazione non è stata assolutamente positiva, tutt’altro. Altro dettaglio irrituale, è il seguente passaggio: “A far data dal dicembre 2023, la Uoc Grandi Ustionati è priva di direttore, a causa dell’assenza per lunga malattia del titolare”.
Questa proposta risulta inviata a molte persone, eppure si parla dello stato di salute del professionista, con qualche inesattezza. Risulta infatti a BrindisiReport che il direttore a maggio del 2024 per almeno una ventina di giorni è rientrato, operando per 15 giorni consecutivamente, ogni giorno. Poi, purtroppo, le sue condizioni hanno imposto un ulteriore stop. Tornando sul punto, che succede se questa ipotesi diventa realtà? L’impressione è che un centro fiore all’occhiello cessi di essere autonomo. Il primario dovrebbe essere quello della Chirurgia plastica, mentre il Centro grandi ustionati non avrebbe né un primario, né una caposala.
E gli incarichi attuali? Decadono, per usare i termini del documento, “fermo restando le garanzie previste dalle disposizioni contrattuali vigenti”. La riorganizzazione, come detto, è perorata dall’Asl di Brindisi a causa della cronica carenza di personale. L’altra ‘impressione è che un ulteriore pezzo della sanità pubblica possa venire perso per strada. Questa conta sembra non finire.
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