Tra il 1520 e il 1521 furono poste le basi per la venuta dei Carmelitani a Mesagne. Infatti, il 16 agosto 1520, l’abate Antonio Russo aveva rinunciato a tutti i benefici, tanto ecclesiastici quanto economici, che aveva sulla chiesa di S. Michele Arcangelo di Mesagne, e aveva deciso di donarli ai Carmelitani, in persona del Priore della Provincia Carmelitana di Puglia, frate Giovanni Battista de Marenonibus da Milano.
Nello stesso periodo, il Sindaco Giacomo de Resta e gli eletti (equivalenti agli attuali consiglieri comunali) dell’Universitas (il Consiglio Comunale) approvarono la venuta dei Carmelitani a Mesagne e, alla presenza dei superiori dell’Ordine Carmelitano, il citato Provinciale Giovanni Battista de Marenonibus e il Priore del convento di Barletta (frate Giuliano de Layta), si impegnarono a concedere ai frati, per dieci anni, il dazio sulla vendita del pane.
L’otto gennaio 1521 il viceré Ramon de Cardona comunicò l’assenso dato dall’imperatore; la chiesa di S. Angelo terminava di essere abbazia regia e diventava chiesa carmelitana.
L’ultimo passo di questo iter avvenne il 22 marzo del 1531, quando l’Arcivescovo di Brindisi Mons. Girolamo Aleandro concesse ai Frati Carmelitani il permesso di professare la fede nel Santuario, ex abbazia Regia di San Michele Arcangelo.
Il 22 marzo di quest’anno 2021 avremmo dovuto annunciare l’inizio delle celebrazioni religiose, storiche e culturali, per ricordare i 500 anni di presenza dei Religiosi Carmelitani a Mesagne, con una conferenza stampa del Comitato storico-scientifico, alla presenza delle Autorità civili e religiose.
L’entrata in fascia rossa della Regione Puglia, a causa della pandemia Covid, ci obbliga a rinviare tale annuncio ad una data più propizia. Vogliamo, comunque, accennare i momenti più importanti e significativi che hanno caratterizzato l’operato carmelitano a Mesagne, a partire dalla sacra immagine della Madonna, e poi la proclamazione della nostra Vergine a Patrona della città il 30 aprile 1651. Tra i passi più importanti: il consolidamento dell’identità carmelitana attraverso i riti, le usanze e il patrimonio artistico, archeologico e devozionale; la vicinanza concreta dei fedeli con le loro donazioni; la gestione delle fiere di Sant’Angelo; il miracolo del terremoto del 20 febbraio 1743; il rapporto con le civiche Autorità; l’incendio del 1854; l’allagamento del 1975 con il conseguente riemergere della cripta medievale di San Michele Arcangelo; le Confraternite, i Priorati. Questi temi saranno approfonditi nel corso di quest’anno e del prossimo, con specifici seminari che saranno svolti dai componenti del comitato storico-scientifico. Contemporaneamente, saranno svolte attività artistiche e musicali legate alla devozione religiosa carmelitana. Sperando di superare questa terribile situazione, ci poniamo sotto il manto della Beata Vergine Maria del monte Carmelo e di San Giuseppe Patrono Universale del nostro Ordine e della Chiesa. Il profeta Elia ci ispiri la perseveranza nel Vivere nell’Ossequio di Gesù Cristo e solo Lui servire, con cuore puro e retta coscienza.
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