10 Aprile 2022
scritto da Redazione
In una giornata tiepida di primavera, i mesagnesi si sono risvegliati con un bar chiuso dall’oggi al domani, senza preavviso alcuno. Non un bar qualsiasi, ma il ritrovo di molti esponenti della maggioranza in Consiglio comunale. Incuriositi dal fenomeno, abbiamo cercato lumi sul sito del Comune di Mesagne ed ecco che tra gli atti pubblici è emersa una storia curiosa, ma interessante, che ci restituisce un’immagine della nostra Città diversa da quella che ci viene raccontata sui social ogni giorno.Il 20 febbraio 2020 la Giunta Comunale di Mesagne ha deciso di indire una selezione pubblica per la concessione in locazione per sei anni di un’unità immobiliare di proprietà comunale destinata a esercizio di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande per circa 7000 euro l’anno.
Ad ottobre 2021 è stata indetta la gara, alla quale ha partecipato solo una ditta, dichiarando “di non trovarsi in alcuna delle condizioni per le quali è prevista l’esclusione dalla partecipazione al bando”. Il locale è stato assegnato all’unico partecipante il 23 novembre 2021.
Ad ottobre 2021 è stata indetta la gara, alla quale ha partecipato solo una ditta, dichiarando “di non trovarsi in alcuna delle condizioni per le quali è prevista l’esclusione dalla partecipazione al bando”. Il locale è stato assegnato all’unico partecipante il 23 novembre 2021.
A distanza di tre mesi dall’assegnazione provvisoria, però, gli Uffici preposti del Comune hanno chiesto il Durc (documento unico di regolarità contributiva presso l’Inail) della Ditta che è risultato “irregolare”: la ditta non è in regola con il pagamento dei contributi Inail.
Il 5 aprile, pertanto, è stata disposta la revoca dell’aggiudicazione della concessione in locazione dell’immobile comunale ed il 7 aprile è stata ordinata la chiusura immediata dell’esercizio commerciale. Il bar ha chiuso i battenti, ma per mesi ha continuato ad utilizzare tranquillamente un’unità immobiliare di proprietà comunale senza pagare i contributi previdenziali ai suoi collaboratori.
Siamo di fronte ad un caso isolato oppure ad una prassi consolidata per la ricerca del consenso elettorale? Lo avevamo segnalato mesi addietro, lo ripetiamo: urge una ricognizione degli esercizi commerciali che utilizzano immobili di proprietà del Comune.
Sempre alla ricerca di un buon caffè, constatiamo che un altro bar ha allargato, indisturbato ed a dismisura, la sua presenza sul terreno di proprietà comunale, superando di gran lunga lo spazio effettivamente concessogli. Pur valutando positivamente l’intraprendenza ed il dinamismo di tanti operatori commerciali mesagnesi, ci auguriamo che, di pari passo, essi siano in regola con gli obblighi contributivi e contrattuali.
Rientriamo alla base, ma passeggiando per le strade della Città, sulle facciate degli immobili in corso di restauro ritroviamo sempre il nome di una ditta, la stessa di tutti i più grandi investimenti edilizi di Mesagne. Inevitabilmente ci rendiamo conto che a Mesagne, al di là della propaganda social, esiste ormai un gruppo di piccoli “oligarchi” che continua a trarre benefici da un certo modo di fare politica.
Intanto, ai normali cittadini, esclusi da quel gruppo di potere, viene propinata una campagna mediatica che si fonda sull’illusione del titolo “Mesagne Capitale della Cultura”, su un centinaio di ciclamini che continuano ad occhieggiare lungo i viali, su una meravigliosa giostra che campeggia al centro della Villa comunale, piena di lucine colorate e sull’arrivo di orde di turiste per le quali il Sindaco promette più parcheggi per tutti, senza ancora aver chiarito dove e come.
Nel frattempo, l’Agenzia di riscossione privata cui il Comune ha affidato il recupero dei crediti va alla ricerca spasmodica del contribuente moroso o in condizione di non poter pagare. I rioni periferici continuano a non poter beneficiare dei servizi più essenziali.
Ed a svegliarci definitivamente dalla finzione, riportandoci alla realtà, interviene l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia nella quale viene ricordato che, “mentre nel capoluogo i clan appaiono ridimensionati”, nella provincia di Brindisi vige un accordo di non belligeranza tra due clan, la cui pax mafiosa si regge, principalmente, sul traffico di droga.
Cos’è la cultura senza la legalità?
Movimento Libero & Progressista