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La mostra «G7: Sette secoli di arte italiana», da tutto il Sud per ammirare i grandi

 

Si preannuncia «caldo» di prenotazioni il primo fine settimana di giugno, successivo al vertice fra i Grandi della Terra in Puglia. La mostra «G7, Sette secoli di arte italiana», allestita nelle sale nobili del castello di Mesagne (Brindisi) per la cura del prof. Pierluigi Carofano e organizzata – nell’ambito del Protocollo d’Intera Puglia Walking Art – da Micexperience Rete d’Impresa, con enti promotori il Comune di Mesagne e la Regione Puglia, in collaborazione con il Ministero della Cultura, si accinge ad accogliere, da domani a domenica, numerosi gruppi di visitatori, già prenotati, che raggiungeranno la cittadina dalla Puglia e da diversi luoghi d’Italia. «Abbiamo prenotazioni dalle province pugliesi e da diverse regioni del Meridione – conferma il presidente di Micexperience Rete d’Impresa e ideatore di Puglia Walking Art, Pierangelo Argentieri -. Avevamo più volte fatto presente che le 51 opere in mostra costituiscono un’esperienza unica e difficilmente ripetibile, perché diverse di esse sono già destinate ad altre performances; così come siamo certi che quello di Mesagne è un evento unico nel panorama culturale dell’Italia meridionale: un faro acceso fino al 30 novembre prossimo».

In questi giorni a ridosso della festa di San Giovanni Battista (24 giugno) c’è chi ha anche colto la singolarità di come sia possibile operare un raffronto sul tema fra l’arte trecentesca, presente con Cecco di Pietro e il suo «San Giovanni Battista», l’arte di Leonardo da Vinci e collaboratore con «La Vergine delle rocce»  (versione Cheramy) e quella di Piero di Cosimo, di poco posteriore a Leonardo, presente nella mostra mesagnese con una «Madonna col Bambino e san Giovannino», proveniente da una collezione privata fiorentina.

«Stando ai commenti di chi ha già visitato la mostra in questi giorni – sorride Argentieri – è difficile stabilire se ci sua una star assoluta o piuttosto un insieme di artisti che la rendono davvero eccezionale. Di certo c’è che i visitatori gradiscono molto l’allestimento, con la possibilità concreta di gustare l’arte stando comodamente seduti su divani Edra il tempo necessario per un “a tu per tu”, che non sempre è possibile realizzare».

«Ogni opera è come un sassolino che segna un percorso di cambiamento che allora come oggi è una scelta radicale quanto difficile e coraggiosa», legge il visitatore all’inizio del percorso espositivo, che risulta essere «una proposta che non può certamente essere esaustiva, ma traccia un percorso presentando alcuni dei Maestri della storia dell’arte italiana nel corso di sette secoli». Si parte con “Gli albori dell’arte italiana” e si prosegue riflettendo su “Il primo Rinascimento”, dirigendosi “Verso la maniera moderna”. Ci si tuffa quindi ne “Il Seicento: Naturalismo Classicismo e Barocco” e ancora ne “Il Neoclassicismo e il gusto per l’antico”. Volgendo verso la conclusione del percorso espositivo, quindi, ecco le ulteriori riflessioni su “L’Ottocento. Citazioni letterarie e rappresentazioni del vero” e su “Il Novecento, un secolo di sperimentazioni”. Il tutto in una sapiente compresenza di opere custodite in Musei e Pinacoteche pubbliche e collezioni private: da un seguace di Nicola Pisano ad Alberto Burri, con unico artista vivente Roberto Ferri. Fra i due estremi, nelle sale del castello di Mesagne (Brindisi) continuano a stupire tanti Maestri dell’Arte italiana, che hanno lasciato segni tangibili delle loro spiccate, ed a volte uniche, capacità artistiche.

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