VENERDÌ 10 GENNAIO 2020 ALLE ORE 18, presso l’Associazione Di Vittorio a Mesagne (Via Castello, 20) il direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia, dott. Claudio Scamardella ha presentato il suo libro Le colpe del Sud. Ripensare la questione meridionale, per il Mezzogiorno, la Puglia ed il Salento. Dialogherà con l’autore il prof. Francesco Fistetti, ordinario di Filosofia presso l’Università di Bari. La serata sarà aperta dal Presidente dell’Associazione Di Vittorio, dott. Giovanni Galeone. Il libro di Scamardella sta suscitando un notevole interesse perché affronta, in modo originale, il nodo del mancato sviluppo del mezzogiorno e delle responsabilità delle classi dirigenti meridionali. Dove, quando e perché abbiamo sbagliato noi meridionali? Se dai tumultuosi cambiamenti degli ultimi trent’anni è uscito un Sud ancora più debole, decomposto, rassegnato, e con la prospettiva di una ravvicinata desertificazione umana e produttiva, qualcosa abbiamo sbagliato, anzi molto. Stiamo tuttora sprecando le straordinarie opportunità offerte dai nuovi scenari geopolitici e geo-economici che stanno collocando il Mediterraneo al centro degli imponenti traffici tra l’Europa e l’Estremo Oriente e fra l’Europa e l’Africa. E’ un libro lucido e senza sconti “Le colpe del Sud” edizione Manni Editori, scritto dal direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia Claudio Scamardella che dopo una prima parte incentrata sul ripensamento della questione meridionale dedica la seconda parte alla Puglia e al Laboratorio Salento. La Puglia è la regione che, negli ultimi anni, più di tutte ha incubato ed elaborato le varianti e le contraddizioni del “sudismo” sia di governo che di opposizione, un sudismo impastato di sovranismo e antimodernismo. Le allucinanti vicende della Xylella, della Tap e dell’Ilva, temi sensibili e di rilievo nazionale, ma soprattutto di facile manipolazione nella formazione del sentimento pubblico hanno dimostrato le disastrose conseguenze a cui un territorio va incontro quando la politica e le istituzioni rincorrono tutte le piazze reali e digitali, del ribellismo, parlando il linguaggio del consenso, anziché il linguaggio della verità, ricercando la popolarità anche se in contrasto con l’etica della responsabilità. E sul Salento che ha saputo imporsi come terra di vacanze, glamour, relax l’autore invita a non cedere all’ottimismo patinato da cartolina, il territorio vive una fase di cambiamento il cui approdo non è scontato, meglio non lasciarsi sedurre solo dalle luci e dal divertimentificio estivo, il Salento resta una terra di crisi e sofferenze, di bisogni e diritti ancora negati e dove la lacerazione degli affetti, con la divisione tra genitori e figli che emigrano senza più tornare, non accenna a diminuire. La spirale decremento demografico-fuga dei giovani-invecchiamento rischia di consegnarci, nel breve periodo, una terra spopolata, un luogo per soli anziani o per turisti. E’ necessario che le classi dirigenti locali assumano una maggiore responsabilità rispetto alle sfide dello sviluppo, mettendo in rete progetti e competenze per imporre un federalismo dal basso che superi un neocentralismo regionalista che allontana e deresponsabilizza. Temi importanti sui cui riflettere insieme Venerdì 10 gennaio nel primo dibattito organizzato dall’Associazione Di Vittorio nel nuovo anno 2020.