Nelle edicole di Mesagne è presente da qualche ora l’ultimo numero di “Memorie mesagnesi”. Si tratta dell’anno IV n. 2, che copre i mesi compresi fra marzo-ottobre di quest’anno. L’Istituto culturale “Storia e territorio”, che lo promuove ha deciso di mantenere invariato il contributo economico a dispetto dell’aumento esponenziale dei costi di produzione e di quello della carta. E dunque, i “Memores civitatis” nel loro editoriale collettivo (che è la caratteristica di tutti i numeri) osservano la situazione della rimozione delle “chianche” da alcune vie antiche, ma secondarie, per ripristinare alcune arterie cittadine.
Quindi propongono il discorso integrale di Liliana Segre in occasione dell’apertura del Senato, dandosi appuntamento fra un anno per una verifica in chiave locale delle tante esortazioni di quel discorso. Un articolo della direttrice della Biblioteca arcivescovile “De Leo”, Katiuscia Di Rocco, legge in chiave locale il progetto che la biblioteca sta conducendo sugli internati nei lager nazisti e la macchina del consenso, mentre Tranquillino Cavallo riferisce del ritorno nella città natale dei resti mortali del “soldato Palumbo” morto nel corso del secondo conflitto mondiale. Le tradizioni popolari legate all’agricoltura trovano spazio nel saggio di Marcello Ignone che, in “Dalla monda all’olio” ricostruisce la stagione olivicola di un tempo.
“La via Appia Antica e il National Geographic” è un testo di Tranquillino Cavallo sulle ultime vicende di questa arteria romana che passava necessariamente da Mesagne per raggiungere il suo termine a Brindisi e di essa si riferisce anche per la candidatura Unesco. Chiudono il numero un saggio di Domenico Ble che propone “Aggiunte pittoriche alla produzione di Giampietro Zullo” e la segnalazione dell’ultima produzione editoriale dell’Istituto. Si tratta de “Una nave fra i vigneti. Castel Acquaro dal XVI secolo ai giorni nostri”, una ricerca di Mario Vinci che nei prossimi giorni verrà ufficialmente presentata.