L’arrivo a Mesagne del neo dirigente del commissariato di Mesagne, Giuseppe Massaro, ha coinciso con un furto sacrilego consumato nel cimitero di Mesagne nella notte a cavallo tra sabato e domenica scorsi. Le indagini sono in pieno svolgimento tanto da aver già ricostruito l’intera dinamica dei fatti. Furto che, probabilmente, è stato eseguito dalla stessa banda che negli anni scorsi si è macchiata di depredazioni similari nei cimiteri di San Michele Salentiino, San Vito dei Normanni, Francavilla Fontana e Cellino San Marco. Una sequela di furti iniziati nel 2017 e proseguiti l’8 e il 9 novembre 2018, quando furono danneggiate varie lapidi a San Vito dei Normanni, nella notte tra il 19 e il 20 settembre fu saccheggiato il cimitero di Francavilla Fontana. Qui, furono profanate 60 tombe, quattro giorni prima i ladri di rame avevano rubato le grondaie e i portafiori dal cimitero di Cellino San Marco. In tutti questi furti la dinamica coincide. Intanto, le indagini dei poliziotti hanno permesso di ricostruire il percorso fatto dai ladri per entrare e uscire dal camposanto. Un individuo è entrato dal muro retrostante poiché sono state rilevate delle impronte in entrata, ma non in uscita. I ladri, infatti, per scappare hanno scavalcato il muro perimetrale, alto poco più di due metri, utilizzando una scala in ferro presente davanti alle tombe per raggiungere quelle più in alto per collocare i fiori ai defunti. I ladri hanno rubato i portafiori, cornici e lampade in rame. Metallo divenuto prezioso che i malfattori rivenderanno sul mercato nero. Per fare ciò non hanno avuto nessuna remora nel togliere le foto dalle cornici da depredare e gettarle per terra. Senza nessun rispetto per i defunti che lì riposano. Ecco perché l’intera città si è indignata verso questa profanazione.
Ed ecco perché sia i cittadini sia il sindaco Matarrelli hanno chiesto alle forze dell’ordine di dare delle risposte investigative certe. Purtroppo è vana la speranza di ottenere un aiuto da qualche telecamera posta in zona. Quelle, poche, presenti nel cimitero non erano in funzione e quelle vicinali non hanno ripreso nulla. I ladri avevano studiato bene, e per tempo, il furto sacrilego. I fatti si sono verificati tra sabato e domenica scorsi, quando una banda di balordi ha messo letteralmente a soqquadro l’intero cimitero depredando principalmente le tombe comunali. Il tutto senza nessuna remora o rispetto per il luogo sacro. Hanno saccheggiato tomba dopo tomba asportando i portafiori in rame, le lanterne votive e le cornici delle foto dei defunti. In alcuni casi, quando non sono riusciti a smontare i manufatti, hanno preso a martellate le lapidi rompendole. Una sequela di atti predatori davanti ai quali i parenti dei defunti sono rimasti inorriditi da tanta violenza e cattiveria. Il sindaco Toni Matarrelli era rimasto sconvolto. “Un’esternazione che sento il bisogno di condividere – aveva detto il primo cittadino – è che le esperienze della vita ci portano a considerare ogni possibile misfatto, resta in ogni caso difficile immaginare che una simile scelleratezza possa essere rivolta contro la sacralità di un luogo deputato ad onorare il ricordo di chi non c’è più”. E nell’incontro avuto in Comune con il nuovo commissario Massaro ha ribadito “l’importanza di un impegno comune utile ad agevolare e favorire la ricerca della sicurezza e della legalità, in un costante rapporto di vicinanza ai cittadini”.
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