Ieri nell’auditorium del castello l’Ufficio Storico dell’Esercito Italiano ha ricordato il Maresciallo d’Italia Giovanni Messe. Se avesse dovuto scrivere la sua autobiografia , messe avrebbe potuto raccontare la storia militare italiana della prima metà del Novecento. Nato a Mesagne il 10 dicembre 1883, padre scrivano presso un panificio e madre filatrice, si fermò alla quinta elementare. Qualche lavoretto precario e nel 1901 si arruolò. Una lunga difficile gavetta e poi la scalata ai vertici delle forze armate italiane. Giovanni Messe, l’ultimo dei Marescialli d’Italia, tenne testa agli inglesi in Africa e a Mussolini. Scoprì un giovane soldato napoletano con il talento per il teatro, Eduardo De Filippo, e gli organizzò spettacoli per le truppe. L’impresa Col Moschin, e poi l’Albania, l’Etiopia, nella Seconda guerra mondiale, la guida del Corpo di spedizione in Russia. Fu l’unico militare della storia italiana ad aver ricoperto tutti i gradi della gerarchia: dal più umile al più importante.