Potrebbe giungere in Italia la prossima settimana la salma di Carlo Giannini (nella foto), il pizzaiolo 34enne di Mesagne, ucciso il 12 maggio scorso a Sheffield, in Inghilterra. I resti del giovane, dopo l’autopsia effettuata nella città in cui è avvenuto il delitto, sono stati trasferiti nella Capitale del regno unito, che dista circa 250 chilometri. Ma la partenza verso l’Italia è ancora incerta: sono in corso in questi giorni le celebrazioni per il Giubileo di platino della regina Elisabetta e il sistema burocratico è praticamente paralizzato.
La salma di Carlo è attesa dalla famiglia e dagli amici che da settimane cercano inutilmente di avere notizie sulle indagini compiute dalla polizia inglese.
Il giallo sulla morte del giovane è tutt’altro che risolto: nelle ore immediatamente successive al delitto erano stati arrestati un diciottenne e un diciassettenne accusati di una serie di reati, tra cui appunto l’omicidio per accoltellamento di Giannini. Ma il giorno successivo erano tornati liberi con il semplice pagamento di una cauzione. Una circostanza che conferma quanto gli elementi raccolti dalla polizia siano piuttosto deboli al punto che più volte la South Yorkshire Police, sulla sua pagina Facebook, ha invitato eventuali testimoni a farsi avanti.
Due le piste principali: l’omicidio a scopo di rapina oppure un’aggressione imprevista subita da qualcuno con cui Carlo aveva appuntamento, alle 11 di sera, nel parco di Sheffield.