La riorganizzazione della rete 118 e la definizione della figura di infermiere di emergenza territoriale è il tema che il consigliere Marco Galante ha portato all’attenzione della III Commissione del presidente Mauro Vizzino.
L’argomento è stato affrontato con la partecipazione dei direttori delle centrali operative dei 118 provinciali e del dot Paolo Mariani, referente della Società italiana infermieri emergenza territoriale Puglia (siiet).
In particolare la siiet ha presentato una indagine conoscitiva sulla figura dell’infermiere 118, uno studio particolareggiato che ha messo in evidenza le caratteristiche anagrafiche del personale infermieristico, le modalità di assunzione nel 118, la formazione specifica e l’autonomia operativa e professionale.
Con riferimento ai dati anagrafici emerge che il target di riferimento è prevalentemente di sesso maschile e di giovane età ma con una discreta esperienza operativa nel setting di emergenza urgenza.
Circa le modalità di assunzione dallo studio si rileva che l’81% degli infermieri sono assunti con contratto a tempo indeterminato, ma solo il 52,2% degli intervistati svolge un periodo di inserimento prima di operare nel setting di competenza; in particolare per il 43% dei casi il periodo è minore di una settimana e nel 36% non supera le due settimane.
Il 65% degli infermieri 118 prima di iniziare l’attività ha frequentato dei corsi obbligatori il 35% , invece no; i corsi più frequentai sono. Rianimazione base adulto (70%), rianimazione base pediatrico (più del 50%), traumatico di base (50%), traumatico avanzato (20% circa), supporto vitale avanzato adulto (20% circa), supporto vitale avanzato pediatrico (poco più del 10%).
Il 45 % degli intervistati ha sentito l’esigenza di frequentare corsi di formazione privatamente, il 55% no.
Il 43% si ritiene soddisfatto del percorso di studi in riferimento alle emergenze urgenze mentre il 57% no.
Uno dei temi fondamentali è l’autonomia operativa e procedurale soprattutto in funzione di tutte le realtà esistenti. I mezzi di soccorso presenti sul territorio per il 72% dispongono tutti delle stesse attrezzature.
Risultano praticamente assenti le procedure di intervento infermieristico per la somministrazione in autonomia di terapia, ove necessario la centrale operativa interviene o inviando un mezzo medicalizzato sul posto oppure tramite contatto telefonico su linea registrata col medico, presente h24 nelle centrali operative della regione.
Alla luce di questo studio sarebbe necessario : definire un modello per l’inserimento dell’infermiere all’interno del SET 118; svolgere una particolareggiata analisi dei bisogni formativi del personale operante nel SET 118Puglia; predisporre delle linee di indirizzo sulla formazione post-.base obbligatoria del personale per il suddetto personale; Istituire, ove non già esistenti, di centri di formazione specifica per gli infermieri 118 e la definizione di una cabina di regia regionale tra gli stessi; definizione di linee di indirizzo per l’implementazione di algoritmi infermieristici avanzati per un concreto ed efficace utilizzo dei mezzi di soccorso avanzato in dotazione ; la concreta attuazione del modello organizzativo Set 118 Puglia come deliberato dalla regione.
Per quanto riguarda i quesiti posti dal consigliere Gabellone circa l’assenza di sportelli CUP nel comune di San Nicola, (ma anche in altri Comuni del Salento), il dirigente della Asl ha spiegato che si tratta di un problema relativo all’assenza di personale specifico responsabile negli uffici preposti.
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