17 Gennaio 2023
scritto da Redazione
Ieri mattina i nostri ragazzi sono partiti con il TRENO DELLA MEMORIA, direzione Auschwitz, accompagnati dalla nostra Maria De Mauro.
Alcuni di loro ci hanno voluto raccontare il PERCHÉ del loro viaggio.
MICOL: Ho deciso di intraprendere questo viaggio col Treno della memoria per aprire la mia mente.
Ai giorni d’oggi diamo tutto per scontato, non siamo in grado di apprezzare le piccole cose perchè non ce le guadagniamo, ci sono date a prescindere. Secondo noi ci sono addirittura dovute.
Penso che questa esperienza ci aiuterà molto a capire quanto siamo fortunati e quanto valore dobbiamo dare alle cose e ai diritti che abbiamo.
VINCENZO: Il motivo per cui ho deciso di intraprendere questo viaggio, lontano da tutti comfort a cui sono abituato, è per conoscere me stesso al 100%.
Credo che guardare quegli orrori mi trasmetterà lezioni di vita indimenticabili.
Ho scelto di fare questa esperienza affinchè io possa assumere piena consapevolezza di ciò che è accaduto.
Inoltre reputo questi momenti utilissimi ai fini della mia crescita personale.
Ho deciso di intraprendere questo viaggio nonostante i pensieri di amici e parenti che di dichiaravano non pronti a sostenere questo tipo di esperienza e per questo mi chiedevano se io lo fossi. Senza esitazione sin dal primo giorno ho fermamente ritenuto giusto essere qui oggi perché ritengo importante affrontare la storia, che per quanto cruenta, è accaduta davvero.
CHIARA: “Perché partire?”
“Perché soffrire tante ore in pullman?”
“Perché deprimersi ricordando tanta morte e disperazione?”
Solo alcune delle domande degli increduli all’idea di vivere il viaggio del Treno della Memoria.
Credo però che comprendere e vedere i resti di una strage come le deportazioni e lo sterminio nei campi di concentramento sia un’esperienza per la quale valga la pena “sopportare” un lungo tragitto.
F. Sono con gli altri, tanti ragazzi come me, ma so che sono anche da sola.
Questa esperienza è mia. Ognuno di noi sarà da solo a viverla. E sarà unica.
RAFFAELE: Ho cercato la possibilità di fare quest’esperienza per non cadere, per non rimanere nella certezza che tutto quello che ho sia mio e che lo sarà per sempre, per ricordarmi di lottare e difendere ciò che è negato ad altri, per non svegliarmi un giorno e accorgermi che ormai non si può più fare niente …
MdM: Al ritorno da Auschwitz mio figlio mi disse che tutti dovrebbero andarci. Non si poteva raccontare.
È anche per lui che ho desiderato fortemente compiere questo viaggio.
Ho negli occhi le immagini del documentario con Primo Levi ” Ritorno ad Auschwitz” del 1982. L’idea di dormire in una stanza d’albergo gli era insopportabile.
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